Reputo doveroso interpellare il Sindaco per comprendere quale ruolo abbia svolto il Comune in questa vicenda, se sia stato coinvolto nella decisione e se intenda chiedere ad ASL, come ritengo necessario, di reintegrare la somma spesa, per ricostituire l’entità del Lascito e usarlo per servizi sanitari stabili e duraturi, utili a rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e anche per i disagi psicofisici dei giovani, sempre più provati da questa pandemia.
La delibera del Direttore generale ASL1 risalente a maggio 2022 pare aver colto tutti di sorpresa, anche chi sulla carta è al Tavolo Operativo che avrebbe dovuto “concordare” l’impiego della somma. E così 1 milione di euro del Lascito è stato destinato all’acquisto di un apparecchio per risonanza magnetica nell’Ospedale della città, compresi i relativi lavori di installazione e adeguamento strutturale degli ambienti pari a 250.000€, anche se è sempre stato escluso l’uso del lascito per adeguamenti strutturali degli immobili.
Ammesso ovviamente il fatto che una strumentazione del genere, sicuramente più moderna ed efficace dei mezzi in dotazione, sia necessaria e importante ai fini diagnostici e quindi doverosa per il nostro territorio, sorgono alcune impellenti domande: ma erano questi i fini del Lascito? Dotare l’ospedale di un necessario strumento di base della diagnostica moderna, non è doveroso e ordinario come avviene per gli altri ospedali regionali, a carico del bilancio Asl? Ben altri servizi da aprire usando il fondo Mariani, come ad esempio il Centro Alzheimer, erano stati individuati dall’amministrazione, ma anche da noi, insieme ad ulteriori servizi territoriali per una medicina di prossimità assolutamente necessaria ad “alleviare le sofferenze dei tifernati”, come indicato nel testamento originale.
Il Lascito Mariani ha fruttato 3milioni e 700mila € nelle casse ASL 1 da parte del Comune di Città di Castello che, dopo averlo ottenuto con un contenzioso lungo e decisamente costoso a carico delle casse comunali, ha ritenuto di versarlo previo un accordo, firmato in pompa magna con la governatrice Tesei. Un accordo “vuoto” privo di impegni cogenti, che come abbiamo sempre denunciato sia in Consiglio che fuori, avrebbe sottratto al Consiglio comunale e alla amministrazione ogni controllo sulla destinazione della ingente somma: le rassicurazioni dell’allora sindaco Bacchetta, della sua giunta e della sua ossequiosa maggioranza, erano nulle e infatti pare proprio sia avvenutoesattamente quanto paventato.