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Un cammino per unire le abbazie di Montecorona e Fonte Avellana 

Un cammino che unirà le abbazie di Montecorona e quella marchigiana di Fonte Avellana per riscoprire luoghi sacri, santi, tradizioni e borghi. E’ quanto illustrato nel corso del convegno “Valorizzare il passato per riscoprire il futuro. Da Montecorona a Fonte Avellana: eremi e società” che si è svolto nel pomeriggio di giovedì 23 giugno presso il ristorante “L’Abbazia” di Montecorona. Il cammino, fortemente voluto dal Comune di Umbertide con il supporto dall’associazione Eticamente, è in fase di elaborazione e vedrà la luce tra la fine di agosto e l’inizio del mese di settembre, con la presentazione di tutte le tappe e i percorsi.

Al convegno hanno preso parte il sindaco di Umbertide Luca Carizia, il presidente dell’associazione Eticamente Vincenzo Silvestrelli, l’abate Padre Giustino Farnedi dell’abbazia di San Pietro a Perugia, il priore dell’abbazia di Fonte Avellana Padre Gianni Giacomelli, l’editore Raffaele Monti e il presidente di Italia Nostra per la provincia di Perugia, Luigi Fressoia.

“Il cammino da Montecorona a Fonte Avellana – ha detto Vincenzo Silvestrelli, presidente dell’associazione Eticamente – vuole riscoprire una tradizione poco conosciuta in Umbria anche se profondamente incisiva nel territorio di questa zona e dell’Appennino in generale, cioè quella benedettino-camaldolese. Questa tradizione ha contribuito a mutare profondamente i territori della zona, attraverso il miglioramento agrario. E’ stata una presenza millenaria, sia a Montecorona che a Fonte Avellana, unita da molte tradizioni comuni a partire dal fondatore dell’Ordine, ovvero San Romualdo, che è proclamato come fondatore di Montecorona, dell’abbazia di Sitria e di quella di Fonte Avellana. Sarà una riscoperta dei luoghi e dei valori di queste realtà che nel corso dei secoli sono diventati dei veri e propri punti di riferimento”.

“Questa idea è nata perché abbiamo dei luoghi religiosi importanti, pieni di storia come l’abbazia di Montecorona e l’abbazia di Fonte Avellana, accomunati dalla figura di San Romualdo – ha detto il sindaco Luca Carizia – Da qui sono state poste le basi di far unire queste due meravigliose abbazie, in un modo lento e intimo, come appunto quello dei cammini, caratterizzati da pace, calma, tranquillità, con il pellegrino che compie questo percorso soprattutto per una conoscenza interiore”.

La presidente della Regione Umbria ha inviato il proprio saluto mentre il vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni, è intervenuto in forma telematica. Ai lavori hanno preso parte il consigliere dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Manuela Puletti, gli assessori del Comune di Umbertide Alessandro Villarini e Pier Giacomo Tosti e il consigliere comunale Tania Turchi che insieme al consigliere Claudia Fagnucci hanno promosso l’iniziativa.

Sono inoltre intervenuti il parroco dell’Abbazia di San Salvatore di Montecorona, Don Renzo Piccioni Pignani, i monaci Fratel Giuseppe e Fratel Macario dell’Eremo di Montecorona e Padre Marco Freddi, parroco di Santa Maria della Pietà.

Nei loro interventi Padre Giustino Farnedi ha compiuto un exsucrus sulla storia dell’Abbazia di Montecorona e delle altre abbazie legate alla realtà benedettina e camaldolese presenti nel territorio; Padre Gianni Giacomelli, priore di Fonte Avellana, ha effettuato una spiegazione della storia e della vita che si compie all’interno dell’abbazia. Infine, Luigi Fressoia di Italia Nostra, ha incentrato il proprio discorso sulla valorizzazione dei cammini per il recupero dei territori.

L’Abbazia di Montecorona

Secondo la tradizione sarebbe stato San Romualdo a fondare, nell’XI secolo, il monastero di San Salvatore di Monte Acuto. L’antica cripta seminterrata è di notevole valore artistico e culturale. E’ composta di un vasto locale diviso in cinque navate, con colonne di vari stili che sorreggono le basse volte. La chiesa superiore, a tre navate, di cui quella centrale è coperta a padiglione e con interessanti resti di affreschi, fu consacrata nel 1105; conserva un coro ligneo di buona fattura mentre al posto del grande altare originario, ora scomparso, è stato sistemato un antico ciborio (forse dell’VIII secolo). Interessante il campanile a pianta ottagonale e circolare, forse anticamente torre di difesa, con l’orologio restaurato alcuni anni fa.

L’Eremo di Montecorona

Dall´abbazia si può salire ai 705 metri dell´Eremo, lungo una strada immersa nel verde di macchie di faggi e castagni e punteggiata da edicole votive. Anticamente l´Eremo era collegato all´Abbazia da un sentiero detto ” la mattonata” , largo circa 2 metri e pavimentato a secco con blocchi di pietra arenaria, riaperto all´uso naturalistico per splendide passeggiate. L´Eremo è un antico monastero la cui costruzione risale al XVI secolo ad opera dei padri Camaldolesi e Coronesi.

L’Abbazia di Fonte Avellana

Nel territorio di Serra Sant’Abbondio (Pesaro e Urbino) sorge il monastero camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, sovrastato dal massiccio imponente del Monte Catria (m. 1702). Da questo sacro eremo ricordato da Dante (Paradiso, c. XXI) che forse vi soggiornò dopo il 1310, ha ospitato figure rilevanti della Chiesa, tra cui si ricordano soprattutto San Romulado e San Pier Damiani.

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