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Oggi il 78° anniversario dell’abbattimento della Torre di Berta, la commemorazione della città di Sansepolcro. 

“Un omaggio al simbolo della città che resterà sempre nei cuori dei borghesi, perché il ricordo non vada perso, e ciò che è era, continui a vivere per sempre, seppure in una diversa dimensione.” 

Questo è stato il momento dedicato al ricordo della Torre di Berta che, a Sansepolcro, fu abbattuta dai soldati tedeschi in ritirata, lasciando di essa solo foto in bianco e nero, oltre al suo nome che ormai è di proprietà della piazza principale della città. 78 anni sono passati da quell’alba in cui la torre fu distrutta. Così 78 volte le campane hanno suonato questa mattina alle 5 in ricordo del momento in cui crollò. 

Anche la comunità religiosa ha partecipato alla cerimonia e oggi come allora, alle 12 in punto, le campane del Duomo assieme a quelle della Chiesa di San Francesco hanno risuonato con dei rintocchi che seguivano quasi il battito del cuore di ogni presente. 

Cittadini e autorità hanno presenziato alla cerimonia in cui brevemente, sulle scale del sagrato della Cattedrale, Luciano Bartolini, del Teatro Popolare di Sansepolcro, ha letto un passo di storia cittadina ricordando l’accaduto. Grazie al gruppo Campanari di Sansepolcro le campane hanno suonato diffondendo nell’aria un eco commosso e poi “Il Silenzio” magistralmente intonato dal M° Paolo Taschini per la Società Filarmonica dei Perseveranti. 

Il Presidente del consiglio comunale Antonello Antonelli ha ringraziato i presenti ricordando l’importanza di questo momento commemorativo e portando i saluti del primo cittadino Fabrizio Innocenti, come sappiamo impossibilitato ad essere presente a seguito di un intervento chirurgico eseguito nei giorni scorsi. L’assessore alla cultura Francesca Mercati ha sottolineato quanto amore ancora la città nutra nei confronti della Torre che è ormai divenuta simbolo imprescindibile della città di Piero. 

Don Giancarlo Rapaccini ha parlato di pace ed ha esortato i presenti a non portare rancore per il passato, a non odiare per ciò che è stato, ma cercare di fare di ogni giorno, un giorno migliore, per se e per il prossimo. 

Il coordinamento della storica Donatella Zanchi ha permesso di far rivivere, oggi più di sempre, quella torre di cui nella piazza è disegnato il perimetro e che ancora oggi qualcuno immagina di nuovo maestosamente eretta.

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