Il bilancio dell’attività effettuata nei quattro anni di mandato e l’analisi della situazione attuale, caratterizzata dalle difficoltà gestionali dovute ai costi energetici e dal disagio per una lista di attesa per l’ingresso di nuovi ospiti attualmente bloccata, sono stati al centro del confronto di stamattina tra il consiglio di amministrazione uscente dell’Asp Muzi Betti, il sindaco e l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Città di Castello. La presidente Andreina Ciubini ha ripercorso le tappe principali vissute nella conduzione della residenza per anziani non autosufficienti insieme al vice presidente Eugenio Bruschi e ai consiglieri Goretta Morini, Agnese Dini e Sabrina Balducci, soffermandosi sulle azioni attuate per il miglioramento della struttura e dei servizi in un periodo in gran parte segnato dalla pandemia e dalla complessa gestione dell’emergenza sanitaria nel contesto di estrema fragilità delle persone ospitate.
Insieme all’assessore alle Politiche Sociali, il sindaco ha ringraziato gli amministratori e tutto il personale della residenza “per il lavoro attento e professionale svolto in una difficilissima fase storica come quella del Covid-19” e ha sottolineato “la riconoscenza al mondo del volontariato tifernate, che non ha mai abbandonato gli anziani, supportando la Muzi Betti come singoli cittadini e come associazioni attraverso donazioni fondamentali per il funzionamento dei servizi”. Sindaco e assessore hanno sostenuto “la necessità che l’Usl Umbria 1 intervenga per consentire l’accesso di nuovi ospiti nella struttura”, giudicando “ingiustificabile che le autorità sanitarie non permettano in questo momento all’Asp Muzi Betti, dove sono accolti 67 anziani a fronte di una capienza di 90, di rispondere alle crescenti necessità delle famiglie altotiberine, testimoniate da una lista di attesa che conta circa 70 persone”. Per gli amministratori tifernati “la preoccupazione per la condizione degli anziani non autosufficienti e delle loro famiglie è amplificata dal fatto che a Città di Castello oggi non ci sia più nemmeno il servizio di Rsa assicurato dall’Usl Umbria 1 prima della pandemia, che deve essere assolutamente riattivato quanto prima nel nostro territorio”.