È stata la prima Assemblea pastorale guidata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, dal suo ingresso nella Chiesa diocesana di Città di Castello. Un incontro “itinerante” con sacerdoti, consacrati e laici nelle tre zone pastorali del territorio altotiberino, nei pomeriggi del 25, 26 e 27 ottobre. Oltre a essere un’importante occasione di dialogo, all’inizio di un nuovo anno pastorale, l’Assemblea ha anche avviato di nuovo la riflessione e il confronto sul Cammino sinodale, l’itinerario quinquennale che intende coinvolgere i cattolici a livello locale e nazionale, nel percorso più ampio del Sinodo dei vescovi della Chiesa universale.
Durante le tre sessioni di Assemblea pastorale, la segreteria diocesana per il sinodo ha presentato il documento nazionale di sintesi dello stesso Cammino sinodale, che mette insieme i contributi delle Chiese locali, elaborati dopo la prima fase di ascolto tra il 2021 e il 2022. Sono dieci i nuclei intorno ai quali sono state organizzate le riflessioni emerse dalle sintesi diocesane.
Dieci concetti che non sono categorie astratte, quanto piuttosto dimensioni, declinazioni e ambiti del camminare insieme. Si tratta di verbi e sostantivi: ascoltare, accogliere, relazioni, celebrare, comunicazione, condividere, dialogo, casa, passaggi di vita e metodo. Dieci nuclei che permettono di mettere a fuoco le priorità sulle quali il cammino sinodale dovrà concentrarsi nel secondo anno della fase narrativa, tra 2022 e 2023, prima delle fasi sapienziale e profetica.
Queste priorità vanno ora organizzate in tre “cantieri sinodali”, che sono stati illustrati dal vescovo Luciano nella seconda parte di ogni incontro nelle tre zone pastorali. Si tratta del cantiere della strada e del villaggio (tutti i luoghi dove i cristiani vivono e lavorano ogni giorno), quello dell’ospitalità e della casa (dove si sperimentano ospitalità, dialogo e cura dei fragili), quello delle diaconie e della formazione spirituale (dove si incrociano i ministeri, le vocazioni e i servizi ecclesiali). Tre percorsi che sono stati chiamati “cantieri di Betania”, perché la casa di Lazzaro, Marta e Maria rappresenta l’icona di un luogo aperto a tutti, dove parole come cammino, ascolto, accoglienza, ospitalità, servizio, relazioni e condivisione rappresentano la quotidianità.
Poi, si aggiunge un quarto cantiere locale, che il vescovo Luciano ha spiegato in Assemblea. “La proposta – ha detto – nasce dall’esperienza più recente e attuale che questa diocesi sta vivendo: quella di essere unita nella persona del vescovo con la Chiesa ‘sorella’ di Gubbio. Il Santo Padre ci chiede di far crescere queste Chiese nella conoscenza reciproca e nell’integrazione graduale della loro esperienza di fede per andare verso l’unità. A me pare interessante e bella questa sfida e quindi la proposta per il quarto cantiere del Cammino sinodale è proprio questa: imparare a camminare insieme”.