“L’ondata di maltempo che ha colpito Città di Castello nel settembre scorso richiede oggi per domani una risposta di comunità finalizzata a contenere gli effetti di precipitazioni che potrebbero perdere il carattere dell’eccezionalità: ecco perché con la cabina di regia riunita in Comune abbiamo tracciato una strada che d’ora in poi istituzioni e cittadini dovranno percorrere insieme nel segno della consapevolezza e della corresponsabilità nella gestione dell’assetto idrogeologico del territorio”.
Il sindaco Luca Secondi inquadra così insieme all’assessore ai Lavori Pubblici Riccardo Carletti, all’assessore alla Protezione Civile Benedetta Calagreti e all’assessore all’Ambiente Mauro Mariangeli il lavoro del tavolo convocato ieri mattina nella sala del consiglio comunale di piazza Gabriotti con tutti i soggetti coinvolti a livello locale e regionale nella gestione dell’assetto idrogeologico e dei servizi di protezione civile. Aperta dal ringraziamento degli amministratori comunali ai dipendenti delle Squadre Operative, del Settore Lavori Pubblici Patrimonio Infrastrutture Tecnologiche Protezione Civile, del Settore Urbanistica ed Edilizia Privata e della Polizia Municipale “per il pronto intervento nelle giornate del 15 e 30 settembre che ha permesso di salvaguardare l’incolumità dei cittadini, per la successiva opera di messa in sicurezza delle situazioni critiche e per la ricognizione sul territorio che ha portato a una prima stima dei danni da 1 milione di euro”, la riunione ha permesso di individuare e condividere le azioni da mettere in campo per prevenire e affrontare le emergenze causate dal maltempo.
Al confronto hanno contribuito la Prefettura di Perugia, rappresentata da Giuseppe Dinardo, capo di gabinetto del prefetto di Perugia Armando Gradone; la Regione Umbria, per la quale sono intervenuti Francesco Ramacci del Servizio Protezione Civile, Andrea Motti del Servizio Geologico e Marco Stelluti del Servizio Idraulico; la Provincia di Perugia, con Simone Bettoni e Pasquale Billi del Servizio Viabilità; i Carabinieri per la Tutela Forestale, con il maresciallo Claudio Bartolini; l’Afor, con Giovanni Scarfone del Servizio Sicurezza Bonifica ed Irrigazione; il settore comunale Lavori Pubblici Patrimonio e infrastrutture Protezione Civile, con il dirigente Andrea Moretti e i tecnici Francesco Nocchi, Maurizio Melini, Stefano Fortuni, Giovanni Pauselli, Alessandro Dolciami; il settore comunale Assetto del Territorio, Edilizia e Ambiente, con il dirigente Marco Peppicelli.
In un territorio comunale nel quale la proprietà pubblica si attesta al 2 per cento dell’intera superfice, la prima esigenza individuata dal tavolo è stata quella di coinvolgere e responsabilizzare i privati, ovvero i cittadini, nella salvaguarda dell’assetto idrogeologico, perché siano valore aggiunto delle politiche di gestione e programmazione del Comune e degli altri enti competenti.
Attraverso un aggiornamento dell’ordinanza di polizia idraulica attualmente in vigore, la n.46 del 12 agosto 2011, saranno definite con maggiore dettaglio le norme di comportamento dei cittadini stabilite dalla legge per quanto riguarda la pulizia dei fossi di scolo, dei tombini, dei passi carrabili posti al confine con strade comunali o vicinali, e le sanzioni previste in caso di mancato rispetto delle disposizioni. “Come amministrazione comunale ci assumeremo tutte le responsabilità che ci competono, ma nell’ottica di una collaborazione indispensabile, chiederemo maggiore attenzione ai cittadini in una gestione del territorio nella quale sono chiamati per primi al rispetto di precisi doveri dettati dalle leggi in materia”, spiega Secondi insieme a Carletti, Calagreti e Mariangeli.
Una seconda priorità sarà l’innalzamento del livello di monitoraggio del territorio, attraverso l’intensificazione dei controlli e delle sanzioni da parte degli organi preposti e un maggiore coinvolgimento dei volontari di Protezione Civile nella sorveglianza delle aree sensibili e nella prevenzione dei rischi.
Altra urgenza sollevata sarà quella di chiedere alla Regione di fare in modo che, nell’ambito della riforma dei consorzi di bonifica, enti come Afor siano messi nelle condizioni giuridiche e finanziarie utili a garantire l’attuazione costante di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nel territorio.
La quarta azione riguarderà la pianificazione urbanistica, nella quale l’amministrazione comunale ha preso l’impegno di definire linee di indirizzo a livello autorizzativo che, nel rispetto delle leggi vigenti, vincolino le future progettazioni e lottizzazioni a non prevedere la tombolatura delle acque superficiali e a non costruire fondi e scantinati sotto il livello dei corsi d’acqua.
“Per l’intensità delle precipitazioni registrate, all’ondata di maltempo del 15 e 30 settembre è stato attribuito un tempo di ritorno di 200 anni – affermano Secondi, Carletti, Calagreti e Mariangeli – un dato statistico che ci fa ritenere quanto accaduto eccezionale, ma non certo irripetibile: per questo è nostra precisa responsabilità quella di prepararci al meglio a fronteggiare future emergenze, condividendo con i cittadini questo impegno, senza tralasciare nessun aspetto”.