Tante persone questa mattina hanno partecipato ai funerali di Pasquale Baruffi, “maestro” di giornalismo e di scuola, scomparso giovedi scorso all’età di 79 anni. La chiesa di San Giuseppe nel quartiere Graticole a stento è riuscita a contenere le persone, parenti, amici, colleghi giornalisti e conoscenti che hanno voluto tributare l’ultimo salito a Pasquale, “Italo” Baruffi, figura di primo piano della vita cittadina. Nutrita anche la delegazione istituzionale con il sindaco Luca Secondi, alcuni assessori della giunta e consiglieri comunali.
Nel corso della “originale” omelia funebre, il parroco don, Livio Tacchini, nel tratteggiare la figura di Pasquale Baruffi, come marito, padre, nonno e uomo di fede protagonista di numerose iniziative nel quartiere e in parrocchia si è soffermato sul suo ruolo di giornalista, mestiere che ha esercitato con grande classe e cultura per oltre 40 anni dividendosi fra la famiglia e la scuola, dove è stato apprezzato docente ed educatore.
Don Livio ha letto “un immaginario ultimo articolo che Pasquale Baruffi avrebbe scritto dal Paradiso indirizzato nei confronti di illustri colleghi e direttori di giornale che proprio in queste settimane in alcune interviste ne hanno messo in discussione l’esistenza fermandosi alla mera conclusione della vita terrena e all’approdo al cimitero”.
Omelia che non è certo passata inosservata ed ha permeato ancora più di commozione e ricordo per un grande uomo, giornalista di primo piano, riferimento per tanti giovani e colleghi presenti in chiesa e fuori. “Oggi in questo momento prima dell’ultimo viaggio terreno ci stringiamo più che mai in preghiera attorno alla famiglia, alla moglie, al figlio Marco, alla nuora, agli amati nipoti, alle sorelle e ai familiari tutti”, ha concluso il parroco al termine dell’omelia.