L’ordinanza del Sindaco del 28 novembre conferma purtroppo tutte le nostre perplessità sulla situazione del canile comprensoriale di Lerchi. L’ ordinanza prevede infatti chiusura del canile di Lerchi con divieto di immissione di ulteriori cani all’interno della struttura, a seguito del verbale del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute N.A.S. di Perugia del 22/11/2022, con il quale è stata accertata, nel sito in oggetto indicato, la presenza di n. 208 cani, gestiti dall’ENPA ONLUS.
Eppure dalla risposta di Sindaco e assessore in Consiglio alla mia prima interrogazione di agosto, sembrava tutto sistemato.
Non solo, nella risposta, sempre dell’Amministrazione, ad una mia ulteriore richiesta scritta di accesso agli atti, cioè ai verbali di controllo che negli anni erano a carico del Comune e di ASL, mi è stato scritto che i controlli comunali erano stati puntualmente fatti ma che “non sono stati redatti, in quanto non previsti, verbali e/o relazioni e che l’attività di controllo del regolare svolgimento delle prestazioni ed il corretto adempimento per garantire la buona gestione avviene con cadenza quindicinale”. Strano davvero che con controlli così ravvicinati, nulla sia stato rilevato né scritto. A cosa servono i controlli, dunque?
Quanto avvenuto a seguito dell’ispezione dei carabinieri NAS del 22 novembre, evidentemente ha rilevato tutt’altro, dando conferma a quanto temuto e denunciato in estate.
Si attende ora di capire, e sarà mia ulteriore cura pretendere risposte, cosa farà il Comune verso chi nel tempo si è reso responsabile del degrado in cui versa la struttura e cosa intenda pretendere oltre il doveroso risanamento, dato che restano in sospeso molte altre questioni, in particolare l’adempimento o meno di tutte le voci del capitolato di appalto di gestione che ha portato nelle casse di ENPA oltre 630.000€ in tre anni. Ricordiamo che non essendo stata bandita nuova gara entro i termini di scadenza dell’appalto di gestione (agosto 2022), l’ENPA sta ancora gestendo il canile in regime di prorogatio fino a febbraio 2023, con ulteriore esborso di soldi pubblici.