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Da Città di Castello un messaggio forte e chiaro di difesa della legalità e di lotta a tutte le mafie

Città di Castello ha lanciato un messaggio forte e chiaro di difesa della legalità e di lotta a tutte le mafie con la cerimonia pubblica di stamattina per il decennale dell’intitolazione della sala giunta del Comune alla memoria di Peppino Impastato. “Non una semplice celebrazione, ma una nuova giornata di lavoro nel solco dell’impegno di radicare nella nostra comunità una cultura consapevole della legalità e di responsabilizzare le nuove generazioni in una comune azione di contrasto della criminalità organizzata che come amministrazione abbiamo assunto insieme al mondo della scuola, scegliendo di dedicare l’anno scolastico 2022-2023 alle figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nell’anniversario dei 30 anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio”, hanno dichiarato il sindaco Luca Secondi e l’assessore ai Servizi Educativi Letizia Guerri nell’iniziativa pubblica nella sala del consiglio comunale intitolata “I 100 passi”, alla quale hanno partecipato Luisa Impastato, nipote di Peppino, e Antonio Vassallo, il fotoreporter che nel 1992 giunse per primo sulla scena dell’attentato di Capaci in cui perse la vita Giovanni Falcone.

“E’ sui banchi di scuola, attraverso l’istruzione e la cultura, che si può combattere efficacemente la mafia e il diritto a una vita dignitosa e libera”, hanno sottolineato Secondi e Guerri, rivolgendosi idealmente agli studenti che avrebbero dovuto partecipare alla mattinata in Comune, rimasti a casa per la sospensione delle lezioni decisa dal prefetto di Perugia a seguito dell’allerta per il maltempo diffusa per la giornata di oggi. Ai dirigenti scolastici, che invece hanno garantito la loro presenza, sindaco e assessore hanno affidato il compito di estendere agli allievi dei propri istituti il messaggio di legalità della giornata, che è stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube istituzionale del Comune e sarà quindi a disposizione dell’attività didattica delle prossime settimane.

Alla presenza dei rappresentanti delle forze dell’ordine cittadine, a tracciare il profilo di Peppino Impastato e della lotta alla mafia dai microfoni della radio alla distanza di 100 passi dalla casa del boss Gaetano Badalamenti è stato l’onorevole Mario Capanna, che ha ricordato il coraggioso impegno civile e politico del giornalista, insieme al magistrato Fausto Cardella, che ha testimoniato “il turbamento” da servitore dello Stato per l’indagine che fu condotta all’epoca, segnata da una serie di depistaggi. Il presidente del consiglio comunale Luciano Bacchetta, che dieci anni fa era sindaco, ha ricordato l’intitolazione della sala giunta nel 2012, sottolineando la forte identificazione dell’esecutivo di allora e del consiglio comunale con il messaggio di legalità simboleggiato dalla figura di Impastato e il contributo determinante all’iniziativa venuto da esponenti di una stagione politica importante per la città come Luciano Tavernelli, Giovanni Granci e Fabrizio Duca. La vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria Donatella Binaglia ha invece richiamato l’attenzione sull’importanza di sostenere e difendere l’informazione come presidio di una cittadinanza civile e consapevole. “Mia nonna Felicia diceva che la mafia si combatte con la cultura e non con le pistole: oggi sono qui per trasmettere gli ideali di mio zio Peppino con la consapevolezza della responsabilità che tutti noi dobbiamo avere di non dimenticare la sua battaglia contro la mafia, di difendere e sostenere il patrimonio collettivo della sua lotta in nome della libertà e della dignità delle persone”, ha detto Luisa Impastato, presidente di Casa Memoria Felicia e Peppino impastato di Cinisi, il luogo simbolo della resistenza contro il potere e contro la mafia, che nella casa di Peppino ne conserva il ricordo e ne testimonia l’immortale messaggio.

“Che un luogo delle istituzioni venga dedicato alla memoria di mio zio testimonia che la sua battaglia e quella della mia famiglia ha dato tanti frutti”, ha sottolineato Luisa Impastato, ringraziando l’amministrazione comunale e ribadendo “l’importanza di lavorare con le scuole, con i giovani, per costruire una cittadinanza rispettosa delle persone e delle regole, una coscienza antimafia che possa contribuire a cambiare le cose”. Nel raccontare l’esperienza vissuta sulla scena dell’esplosione di Capaci e la vicenda oscura della sparizione delle foto che scattò, Antonio Vassallo ha parlato dell’importanza di “coltivare il dovere della memoria, ma allo stesso tempo anche il nostro diritto alla verità, in un Paese nel quale questo non è stato sempre garantito”. “L’iniziativa di oggi a Città di Castello è un forte segnale in questa direzione, ma anche della volontà di contrastare la criminalità organizzata e tutte le degenerazioni della società che sono ad essa collegate”, ha affermato il fotoreporter, offrendo la disponibilità per ulteriori iniziative che contribuiscano a “rafforzare le coscienze contro ogni forma di violenza e malaffare”.

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