Una vita lunga un secolo. Il tifernate, Ferdinando Tascini, ha raggiunto ieri, mercoledi 28 dicembre, l’ambito traguardo dei 100 anni. Per l’occasione è stata organizzata una festa a sorpresa con familiari e parenti stretti. Ferdinando Tascini nasce a Todi il 28 dicembre 1922 da una famiglia contadina. E’ il terzo di cinque fratelli. Si iscrive all’istituto agrario Ciuffelli di Todi, ma è costretto ad interrompere gli studi per la chiamata nell’esercito durante il secondo conflitto mondiale. Inviato nel Montenegro per quasi un anno. Si arruola poi nell’arma dei carabinieri. Richiamato in Italia viene scelto per una missione speciale e segreta. Si ritrova a sua insaputa a Campo Imperatore, Gran Sasso, a guardia di Mussolini. Un evento che segnò il destino dell’Italia della Seconda Guerra Mondiale di cui lui fu testimone, forse unico superstite.
Il 25 luglio del 1943 infattti a Villa Savoia Re Vittorio Emanuele III comunicò al Duce, Benito Mussolini, che il Gran Consiglio del Fascismo aveva imposto la nomina del maresciallo Pietro Badoglio come suo successore al Governo. Mussolini viene arrestato dai carabinieri e portato prima sull’isola di Ponza e poi il 2 settembre sul Gran Sasso a Campo Imperatore. Non passarono però neppure dieci giorni, è il 12 settembre, che per ordine di Adolf Hitler alcune SS e l’ex ufficiale Otto Skorzeny diedero il via a quella che in codice fu chiamata “Operazione Quercia”, Fall Eiche in tedesco, e che portò alla liberazione del Duce. Un autentico blitz portato a termine a oltre 2 mila metri di altitudine proprio sotto lo sperone del Gran Sasso. Ancora oggi, confermano i figli, Ferdinando ha impresso nella sua mente quel pezzo significativo di storia che spesso ricorda tornando ogni anno in quei luoghi a Campo Imperatore con i figli stessi: momenti toccanti che fanno riaffiorare sentimenti e sensazioni uniche. Finita la guerra riesce a conseguire il diploma di perito agrario. Inizia la sua attività lavorativa presso varie aziende agricole del perugino. Nel ‘ 50 si trasferisce in Alta Valle del Tevere insieme alla moglie Adiana (“la maestra di Riosecco”) dove a Città di Castello crea una azienda agricola specializzata nella tabacchicoltura.
Termina la sua attività lavorativa presso la Comunità Montana della città. Oggi vive a San Donino con la sua numerosa famiglia, quattro figli, nove nipoti e sette pronipoti, godendosi l’ombra della quercia centenaria da lui curata con amore. “Persone speciali come Ferdinando che hanno avuto la fortuna di poter festeggiare un traguardo lungo un secolo di una vita caratterizzata da eventi che hanno segnato la storia, fra sacrifici, dedizione quotidiana alla famiglia, alla propria comunità, con onestà e laboriosità – ha detto il sindaco Luca Secondi – sono dei veri e propri tesori d’esperienza preziosi per tutta la comunità ed esempi concreti per le giovani generazioni. Ѐ con grande gioia perciò che partecipiamo a questa bella festa in onore di Ferdinando a cui auguriamo tanta longevità circondato dall’affetto dei suoi familiari e di tantissime persone che gli vogliono bene”.