In commissione “Servizi e Partecipazioni” l’audizione della dirigenza del 1° e 2° Circolo Didattico di Città di Castello e dei rappresentanti delle famiglie sul tema della settimana corta. Secondi: “auspichiamo che le parti riprendano il dialogo negli organismi collegiali della scuola e offriamo la nostra disponibilità a favorire una soluzione che possa conciliare le posizioni”

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“Nel massimo rispetto per l’autonomia scolastica che giunta e consiglio comunale hanno sempre avuto, l’amministrazione comunale si è messa a disposizione per offrire servizi e qualsiasi supporto possa essere utile a favorire una soluzione che permetta di conciliare le posizioni nella gestione dell’orario delle sezioni a tempo modulare dei plessi di La Tina e Rignaldello, invitando responsabili scolastici a riaprire un canale di dialogo con le famiglie negli organismi collegiali preposti”. Il sindaco Luca Secondi sintetizza così l’esito dei lavori della commissione consiliare “Servizi e Partecipazioni”, che il presidente Claudio Serafini ha riunito ieri sera per l’audizione della direzione del 1° e 2° Circolo Didattico di Città di Castello, rappresentata dal dirigente Simone Casucci e da alcune docenti delle scuole di La Tina e Rignaldello, alla presenza dei portavoce dei genitori Cristian Braganti e Marta Briganti. “Senza alcuna volontà di intromissione, ma nel tentativo di ricomporre una controversia che interessa la nostra comunità, l’unico ruolo che possiamo esercitare come istituzione pubblica – puntualizza Secondi – è quello di garantire uno spazio di confronto democratico tra le parti all’interno della massima assise cittadina, che ha approvato all’unanimità un ordine del giorno in questo senso, e metterci a disposizione per contribuire a trovare una soluzione, perché in nessun modo e in nessun momento possiamo essere coinvolti, e siamo mai stati coinvolti finora, nei processi decisionali che nell’esercizio dell’autonomia scolastica hanno portato al cambiamento dell’offerta formativa a La Tina e Rignadello”.

Il dibattito in aula, tra rappresentanti della direzione e genitori del 1° e 2° Circolo Didattico di Città di Castello ha ribadito la distanza delle posizioni. Il dirigente scolastico Casucci ha confermato la correttezza dell’operato degli organismi d’istituto, “che hanno sempre messo al centro i bambini e con la rimodulazione dell’orario scolastico hanno risposto al cambiamento della società di Città di Castello, che presenta nell’infanzia e nella primaria condizioni che difficilmente avremmo visto prima del Covid, e alla necessità di una visione più ampia sotto il profilo organizzativo, didattico e pedagogico”. Nel segnalare che le iscrizioni all’anno scolastico 2023-2024 hanno testimoniato il gradimento delle famiglie per la nuova disciplina oraria, il responsabile scolastico ha indicato gli aspetti positivi della rimodulazione dell’orario scolastico, che tiene conto anche della nuova progettualità del PNRR, nella “maggiore compresenza degli dei docenti, per rispondere alle fragilità sempre più elevate che stiamo rilevando”; in “un tempo-scuola più ricco, con la possibilità di lavorare a gruppi con i bambini per sviluppare attività consone ai bisogni specifici” passando “da lezioni trasmissive a lezioni laboratoriali”; in una “migliore distribuzione dell’impegno dei docenti e del personale Ata”; “nei benefici per il recupero psico-fisico degli alunni, con due giorni anziché uno a disposizione”. Casucci ha confermato il servizio mensa su cinque giorni a La Tina e la mensa non obbligatoria per il giorno di rientro a Rignaldello, sottolineando come la scuola sia disponibile ad andare incontro alle esigenze organizzative dei genitori legate alla mattina del sabato, aprendo gli istituti e prevedendo attività di ludoteca o progetti con le associazioni sportive. Gli interventi delle docenti Carla Orbi e Antonella Canosci per il 1° Circolo Didattico, Catia Piccioni e Giovanna Polenzani per il 2° Circolo Didattico, hanno testimoniato la valutazione positiva del corpo dei docenti su una proposta di rimodulazione, che “rispetta le linee guida nazionali e internazionali e rispecchia il cambiamento della società”. Le insegnanti hanno chiesto “rispetto per le decisioni assunte dagli organismi scolastici e per l’operato del corpo docente”, che si è sentito “ingiustamente attaccato dal consiglio comunale” e che ha “spiegato le motivazioni pedagogico-didattiche ai genitori”, ma che, “anche in uno spirito di collaborazione con le famiglie, non può accontentare sempre le richieste di tutti”. Le docenti hanno chiarito anche che a Rignaldello l’attuale orario modulare proseguirà per le classi alle quali è applicato fino al termine del percorso scolastico e che il nuovo orario interesserà le classi prime dal prossimo settembre, mentre a La Tina l’attuale orario sarà confermato fino a giugno e la nuova disciplina oraria sarà applicata per tutte le classi dal prossimo settembre.

Nel premettere che i genitori non hanno mai messo in discussione la stima nei confronti degli insegnanti, “delle quali non abbiamo mai dubitato, con le quali abbiamo sempre avuto un rapporto basato sul dialogo, sulla condivisione, e verso le quali non abbiamo mai perso fiducia e riconoscenza, come siano stati invece accusati di aver fatto dalla dirigenza tutta”, Briganti ha ribadito che le famiglie “nei due incontri fatti non abbiamo apprezzato le modalità in cui è stata presentata la scelta di rimodulazione dell’orario scolastico, che è stata malamente sottoposta, non per i contenuti sui quali comunque solo stasera sono stati forniti maggiori dettagli, ma per il fatto che non sia stata mai messa nero su bianco, per iscritto”. “Questo – ha puntualizzato la portavoce delle famiglie di La Tina – non ha consentito mai ai rappresentanti di classe di illustrare concretamente ai genitori ciò che la scuola intendeva fare, né di valutare la rispondenza con i bisogni dei nostri figli, che come genitori conosciamo bene, né di comprendere i vostri bisogni, mentre da parte nostra c’è stato il tentativo di proporre delle alternative, perché ci interessa il benessere delle insegnanti”. “Al contrario di quanto dite, non ci avete considerato, non ci avete ascoltato e siamo ricorsi al consiglio comunale per questo”, ha sostenuto Briganti, che ha chiesto conto del perché a Rignaldello sia stato concesso alle classi di portare a termine la loro offerta formativa e a La Tina no, chiarendo poi al dirigente scolastico: “non ci interessa l’intrattenimento che propone per tenere aperta la scuola il sabato, a noi interessava una distribuzione della didattica su sei giorni perché la riteniamo più praticabile”. A ribadire che “nemmeno a Rignaldello sia stata mai messa in dubbio la professionalità delle maestre” è stato Braganti, che ha spiegato: “alle famiglie però non è stato detto niente, non ci è stato spiegato niente, nell’unica riunione risalente al 18 ottobre la sola motivazione della rimodulazione dell’orario è stata il risparmio energetico, sconfessata immediatamente, poi ci siamo trovati questo nuovo piano dell’offerta formativa”. “Non capiamo il motivo di questa scelta di cambiare l’orario scolastico a Rignaldello, a noi la didattica va più che bene, questa scuola è sempre stata un’eccellenza, di cui come genitori ci siamo sempre presi cura, anche dipingendo le aule e occupandoci del giardino”, ha affermato il portavoce delle famiglie, riferendo il disagio anche di chi ha iscritto i figli per il prossimo anno scolastico, “tra i quali alcuni hanno messo questa sede come seconda scelta, per la mancanza di certezze sull’offerta dei servizi mensa e trasporti, di fronte al cambiamento che ci sarà”. “Rignaldello con la sua offerta di qualità e l’orario modulare è stata sempre una specialità nel contesto scolastico territoriale, con alcune famiglie che hanno anche cambiato residenza pur di iscrivere i figli – ha detto Braganti – ma sappiamo quali problematiche abbia per non disporre di una palestra, di parcheggi e di una viabilità funzionale”.

“Alla distanza – ha ammonito il rappresentante dei genitori – noi abbiamo paura che Rignaldello, perdendo la sua specialità, messa al confronto con le altre scuole con i problemi che ha, non per la didattica che è vincente, diventi una scuola perdente, che rischi la chiusura”. I componenti della commissione che hanno preso parte al dibattito hanno difeso la legittimità dell’intervento del consiglio comunale su una vicenda che interessa i servizi e le famiglie della comunità, pur nel rispetto dell’autonomia scolastica. “Abbiamo il dovere di affrontare un problema che ci è stato rappresentato da una petizione firmata da 104 genitori e di fronte alle sollecitazioni, alle proteste e ai problemi rappresentati dalla cittadinanza da ottobre a oggi, non è una ingerenza, ma il necessario ascolto della comunità”, ha sostenuto la consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia), chiarendo: “se siamo qui è perché qualcosa non ha funzionato nell’istituzione scolastica, a partire dalla comunicazione, pur in presenza di procedure legittime”. “Tutto bene dal punto di vista formale, ma è evidente che il dissenso dei genitori, confermato anche stasera, crei un problema”, ha evidenziato la consigliera, per la quale “sono comprensibili le problematiche della scuola, ma parlando di didattica non si possono trascurare le famiglie insoddisfatte”. Nel ritenere “ovvio che ci siano iscrizioni agli istituti interessati, in assenza di una possibilità di scelta alternativa per i genitori all’infuori della scuola privata”, Arcaleni ha ritenuto pertinenti le preoccupazioni dei genitori per i rischi di chiusura di Rignaldello e ha quindi auspicato una mediazione, chiedendo di comprendere quali margini ci possano essere per rivedere le decisioni prese e quale sia il punto di caduta possibile dal punto di vista della scuola, “considerando ad esempio la possibilità di assicurare anche a La Tina il rispetto del patto educativo con le famiglie per la continuazione dell’orario modulare nelle classi alle quali è attualmente garantito”. Nel premettere che “in questa aula non si fanno processi” e che “non ci sia stata valenza politica in un ordine del giorno votato da maggioranza e minoranza, ma solo l’espressione di una esigenza avvertita da tutti”, la consigliere dei Civici X Città di Castello Luciana Bassini ha eccepito che “quanto esposto oggi circa le scelte operate dalla scuola non sia mai emerso prima, perché se ci fosse stata la necessaria comunicazione non saremmo stati qui”. “Nessuno si senta offeso, vogliamo capire se si può trovare una soluzione insieme che possa mettere d’accordo tutti, siamo dalla parte della comunità, ma non certo contro il corpo docente”, ha spiegato la consigliera, nell’esprimere l’auspicio che ci possa essere una mediazione. Ricordando di aver preparato l’ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo consiliari, la consigliera di Fratelli d’Italia Elda Rossi ha ammesso di “essere colpita dalle famiglie, che parlano in maniera accorata dell’affetto per le scuole”.

“Mai davvero un PTOF è così vivo come questa sede”, ha osservato, prima di puntualizzare: “non c’è stata mai intenzione di offendere la scuola, ma abbiamo preso atto di una frattura che si è verificata all’interno della comunità e siamo intervenuti con l’intento di mantenere l’unione tra scuola e famiglia, che in quanto prima agenzia educativa della società è difesa dalla Costituzione e dalle leggi”. “Siamo qui perché i disagi delle famiglie vengano ascoltati, pur comprendendo le difficoltà organizzative della scuola”, ha ribadito Rossi, sostenendo che “la didattica è viva nel momento in cui una scuola funziona e se i genitori dicono che funziona così com’è, che sono contenti, io credo che la scuola debba prendere in considerazione le posizioni delle famiglie per trovare delle soluzioni, delle quali questo consiglio comunale si mette al servizio”. Il consigliere Valerio Mancini (Lega) è intervenuto per ribadire quanto già sostenuto in consiglio comunale: “perché cambiare qualcosa che va bene?”. “L’organizzazione degli orari e dei servizi che c’era ai genitori stava benissimo e quindi siamo pienamente legittimati ad amplificare le esigenze che ci sono state rappresentate, pur nella totale stima nei confronti della scuola”, ha sostenuto il consigliere, che ha eccepito: “una scuola aperta il sabato che non fa didattica, a me pare un parcheggio”. “L’auspicio è che da questa bella pagina di confronto in seno alle istituzioni pubbliche della città arrivi una soluzione della vicenda”, ha rimarcato Mancini, dicendosi disponibile, in caso di mancato accordo, a dare seguito nell’ambito dell’assemblea legislativa dell’Umbria all’ulteriore confronto con l’Ufficio Scolastico Regionale proposto dall’ordine del giorno approvato all’unanimità in consiglio comunale.

In sede di replica, il dirigente scolastico Casucci, ha parlato di un pregiudizio che ha impedito di concordare le scelte, ha lamentato di non essere stato interpellato dai consiglieri comunali prima del dibattito nell’assise e ha sostenuto che gli incontri con i genitori siano stati fatti, più volte, formalmente e informalmente, con verbali delle riunioni, “anche se non sono stati accolti e accettati dalle famiglie”, e che ci siano stati dei sondaggi dei genitori. Sulla diversa scelta operata circa il mantenimento dell’orario modulare nella scuola, Casucci ha chiarito che “La Tina ha una configurazione differente da Rignaldello, che meriterebbe una sede migliore e forse sarebbe utile fare un consiglio comunale su questo”. “Io sono per il superamento delle tensioni, assolutamente però noi i passi istituzionali li abbiamo fatti, vediamo di trovare ciò che può essere più funzionale, ma ovviamente il progetto, che è stato condiviso nelle sedei scolastiche istituzionali, lo dobbiamo portare avanti, perché fa parte di una visione molto precisa”, ha concluso il dirigente scolastico, che, nel riconoscere di aver “usato infelicemente l’espressione del parking per il sabato”, ha sostenuto: “non dobbiamo accontentare tutti, ma dobbiamo ascoltare, sono convinto che il sabato possa essere progettato come un servizio reale, come già dimostra il servizio di ludoteca pomeridiano che è integrato alla scuola”.

I rappresentanti dei genitori hanno replicato, confermando quanto sostenuto e contestando che ci sia stata la partecipazione e la condivisione riferite dal dirigente scolastico. “Come rappresentanti a La Tina abbiamo avuto una convocazione formale, solo poche ore prima della riunione, e c’è stato un incontro informale chiesto da noi con le insegnanti, mai una proposta scritta della scuola, tanto meno un sondaggio”, ha sostenuto Briganti, che ha aggiunto: “ci auguriamo di essere interpellati in futuro, ma di certo, nell’intento di far star bene i nostri figli, sarà nostra cura di interfacciarci con le nostre maestre, di cui abbiamo stima, siamo sicuri che cui ascolteranno e sapranno proporci qualcosa di valido dal punto di vista educativo”. Nel precisare che “non emerge da nessuna parte quanto sostenuto dal dirigente scolastico, a Rignaldello si è parlato solo del problema delle due ore di educazione fisica e di nient’altro”, Braganti ha ribadito di portare la voce di 18 famiglie che non sono contente, “tra cui una ha già messo la scuola come seconda scelta e tra cui c’è chi si troverà in difficoltà con orari diversificati per i propri figli”. “Non facciamo chiudere Rignaldello”, si è di nuovo appellato il rappresentante delle famiglie.

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