La nostra non è una questione politica, una scelta rigida , un riflesso condizionato di chi sostiene o meno l’attuale Governo nazionale ma una presa di posizione legata all’attuale stato di salute del bilancio del Comune di Città di Castello. Ci sono infatti Comuni amministrati dal Centrodestra che non hanno aderito e Amministrazioni di Centrosinistra che al contrario hanno optato per la possibilità data dall’ultima finanziaria. Ci sembra invece che la decisione dell’Amministrazione tifernate di votare no alla rottamazione di sanzioni e interessi per cartelle sotto i 1000 euro sia dettata anche da pregiudizio ideologico aggravato tra l’altro da un atteggiamento schizofrenico vista una dichiarazione in senso contrario rilasciata a un organo di informazione. In ballo, diciamolo, non c’è una gran cifra, 282000 euro che però sono solo sulla carta.
Dubitiamo infatti che chi deliberatamente si sottrae a modesti pagamenti li compia solo per il fatto di non pagare sanzioni e interessi dovuti al ritardo.; un ritardo congruo perché infatti stiamo parlando esclusivamente di omessi pagamenti, in maggior parte sanzioni stradali, che vanno dal 2000 al 2015.
Vogliamo però credere e ne siamo convinti che c’è anche una vasta platea di cittadini in difficoltà che gradirebbero mettersi in regola e dare loro una possibilità aperta e indeterminata, differente da quella possibile comunque di aderire autodenunciandosi a una sanatoria entro il 30 aprile, possa dare concrete risposte positive per le casse comunali chiamate per il 2023 a opzioni speriamo non onerose in tema di servizi a domanda e imposte.
Ci sembra che l’Amministrazione comunale stia perdendo un’occasione, nel prossimo mese di maggio con apposita interrogazione chiederemo conto di quanti cittadini e per quali importi abbiano aderito alla strada alternativa che scade appunto il prossimo 30 aprile scelta da Sindaco e Assessori.