Il consiglio comunale approva lo schema di protocollo d’intesa sul Trasporto Pubblico Locale in funzione della gara per l’affidamento dei servizi in Umbria

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All’unanimità dei presenti, con l’eccezione della capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni che si è astenuta, il consiglio comunale ha preso atto che la società Umbria TPL e Mobilità Spa è stata individuata come Agenzia Unica dell’Umbria per la mobilità e il trasporto pubblico locale e ha approvato lo schema di protocollo d’intesa tra enti territoriali per la regolazione delle attività inerenti il trasporto pubblico locale nel bacino di mobilità della regione Umbria, frutto della collaborazione tecnica tra Regione, enti locali e società Umbria TPL e Mobilità Spa e della concertazione tra enti.

Con la deliberazione, la massima assise cittadina ha preso anche atto che la Regione Umbria provvederà al trasferimento diretto all’Agenzia Unica delle risorse economiche provenienti dal Fondo Nazionale Trasporti e ha preso atto altresì delle competenze che restano in carico al Comune, di quelle che saranno delegate all’Agenzia Unica e dei trasferimenti di risorse per tutti i servizi aggiuntivi. Il sindaco Luca Secondi è stato delegato alla designazione del rappresentante del Comune in seno al comitato di controllo e monitoraggio previsto dal protocollo. Presentando l’atto, l’assessore ai Trasporti Rodolfo Braccalenti ha parlato di un adempimento dovuto in vista della gara regionale per l’affidamento del servizio del TPL Umbro.

“Se non aderissimo al protocollo d’intesa – ha chiarito l’amministratore – per il 2023 ci troveremmo a pagare la differenza dovuta all’inflazione e dopo l’espletamento della gara regionale sul TPL non rientreremmo più tra gli enti che potranno usufruire delle quote regionali per i servizi minimi del TPL”. Braccalenti ha riferito infatti che “la revisione dei piani d’esercizio che si renderebbe necessaria per coprire il maggiore fabbisogno finanziario di oltre 2 milioni per il 2023, in base al tasso di inflazione, non riguarderà gli enti locali che trasferiranno i contratti vigenti all’Agenzia Unica, in quanto tale operazione garantisce un risparmio fiscale che sostanzialmente annulla gli effetti inflattivi, a meno di una quota residuale, che potrà essere assicurata dalla Regione”.

“Gli enti locali che sottoscriveranno il protocollo potranno svolgere attività di controllo e monitoraggio circa la corretta gestione dell’Agenzia Unica e dei contratti di servizio che verranno stipulati con i gestori aggiudicatari, attraverso un comitato”, ha evidenziato ulteriormente Braccalenti. Il capogruppo di Castello Civica Andrea Lignani Marchesani ha preso atto della sostanziale necessità di approvare la delibera, pur constatando come sia “indiscutibile la presunta sottrazione di quota di sovranità ai Comuni, perché la gestione dei fondi va direttamente a una centrale unica regionale”. “E’ anche vero però che non è una questione vessatoria – ha osservato il consigliere – la Regione non vuol mettere tutti gli enti locali sotto controllo, ma dal punto di vista operativo interverrà sui servizi minimi, magari nei momenti dell’anno più sensibili, quando vengono meno alcune situazioni”.

“Poter usufruire dei fondi supplementari – ha detto Lignani Marchesani – darà la possibilità di prevedere magari corse sensibili particolari nel momento dell’anno in cui non ce ne sono e di poter dare un input, più che politico, sociologico territoriale, alla gestione del trasporto”. A parlare di “un atto che dobbiamo ratificare obtorto collo, pena dover gestire da soli il trasporto pubblico locale” è stata la capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni, che ha richiamato l’attenzione sulla criticità di “un mero impegno di massima dell’Agenzia Unica, senza trascrizione nero su bianco nel protocollo, su una questione rilevante per un territorio di confine come il nostro come quella dei rapporti con i gestori dei trasporti delle regioni limitrofe, viste le problematiche da risolvere con la Toscana”.

La consigliera di minoranza ha indicato altri motivi di perplessità nella “gestione della quota del 20 per cento per i servizi minimi, che dovrebbe essere coperta dal Comune qualora non venisse assicurata da abbonamenti e biglietti” e nell’attività di controllo che potrà essere garantita dal Comune all’interno del comitato che verrà costituito per vigilare sull’operato dell’Agenzia Unica. Nel ricordare che “Città di Castello è uno dei pochissimi comuni che di fatto integrano i costi del TPL attraverso il proprio bilancio con circa 300.000 euro”, il consigliere Domenico Duranti (PD) ha riconosciuto: “bisognerà capire se con l’adesione a questo protocollo d’intesa potrà cambiare qualcosa dal punto di vista dei rapporti, dell’incidenza nelle scelte, nelle decisioni”.

“Il piano organizzativo che sarà messo a gara dovrà essere comunque concordato con l’amministrazione comunale, non potrà essere calato dall’alto, quindi – ha puntualizzato l’esponente della maggioranza – l’auspicio è che nel periodo che ci si separerà dalla gara stessa si possano avere delle garanzie, perché siamo consapevoli delle difficoltà per un territorio vasto come il comune Città di Castello e con una interconnessione tra varie regioni confinanti, che se non tenute nella dovuta considerazione potrebbero non consentire di garantire gli attuali servizi, prima di tutto per le scuole”. Prendendo la parola, il sindaco Luca Secondi non ha nascosto le perplessità (“c’è una scelta politica che non convince, perché ha guardato solo a determinate esigenze di alcune realtà e non a quelle che possiamo avere noi, con un’estensione territoriale molto vasta e indici demografici molto bassi”) e ha espresso “l’aspettativa che il piano di gestione del TPL venga esaminato da parte dei convenzionati, non solo per ricalcare uno storico, ma anche per poter guardare agli obiettivi dei diversi territori”. Il primo cittadino ha tenuto a precisare che nella futura gara dovrà essere preso in considerazione che “Città di Castello è un Comune che storicamente ha dimostrato di voler investire, non solo perché mette risorse per circa 300.000 euro sulla partita del TPL, ma anche perché mette in campo un servizio di trasporto scolastico addizionale rispetto al TPL, laddove in altri comuni è il TPL a intercettare le esigenze del trasporto scolastico”. “La futura pianificazione – ha detto Secondi – dovrà avere la capacità di fotografare le necessità del nostro ente locale ed ecco perché abbiamo fatto delle proposte, che auspichiamo possano essere recepite, come l’attivazione del trasporto a chiamata, che anni fa attuammo in via sperimentale nel nostro territorio, e la definizione di determinate tratte verso Assisi e verso l’aeroporto”. Concludendo il dibattito, l’assessore Braccalenti ha fatto presente che “sulle questioni riguardanti i servizi in territori di confine come il nostro dovranno essere le rispettive Regioni a confrontarsi per trovare gli accordi necessari” e ha chiarito che nei confronti avuti finora il Comune abbia riproposto i piani di esercizio attuali proprio per evitare di essere penalizzato. “Quello che rimarrà in capo agli enti locali – ha spiegato l’assessore – sarà la gestione dei servizi e dei piani di esercizio, quindi su questi aspetti potremo avere sempre voce in capitolo”. In sede di dichiarazioni di voto, la capogruppo di Azione Renew Europe Terzo Polo Luciana Bassini ha preannunciato il proprio voto favorevole, auspicando che “quanto sostenuto nel dibattito venga preso in considerazione, perché ci sono situazioni che potrebbero penalizzare il nostro territorio”. Perplesso, ma favorevole al protocollo, anche il capogruppo della Lega Valerio Mancini, che ha evidenziato come ci siano “tante cose che non vanno nel TPL, a cominciare dagli autobus che viaggiano vuoti, nonostante costino molto alla collettività”. “Serve un cambio di cultura – ha aggiunto il consigliere – che non può essere dettato dall’emergenza gasolio, ma da una nuova idea del trasporto pubblico locale che faccia pensare di prendere l’autobus per andare al lavoro, per andare a scuola, per andare nei centri commerciali, a spasso, e spero che questo possa avvenire con il nuovo servizio”. Ad auspicare che “possano essere tenute in adeguata considerazione le esigenze di Città di Castello, a cominciare da una valutazione attenta in quelli che sono i servizi minimi, perché non diventino poi servizi aggiuntivi” è stato il consigliere di FDI Riccardo Leveque, che ha espresso “la necessità che l’amministrazione comunale possa monitorare, controllare e garantire che l’utenza abbia la possibilità di usufruire dei collegamenti necessari all’interno del nostro territorio, ma anche con i territori limitrofi”.

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