Festival delle Nazioni: Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) “Comune ondivago e opaco rispetto alle proprie intenzioni, serve chiarezza, onde evitare che la situazione diventi irreversibile”

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Festival delle Nazioni: a che punto è la notte?

“Ho presentato un’interrogazione per conoscere il destino dell’associazione e del Festival delle Nazioni: dopo gli annunci e la delibera di aprile 2022, con cui maggioranza e parte dell’opposizione hanno approvato la necessaria trasformazione della stessa in Fondazione, regna il silenzio.

Abbiamo preso atto, a gennaio, della comunicazione del sindaco circa la mancata risposta della Regione alla richiesta di adesione alla costituzione della Fondazione Festival: quali sono ora le mosse dell’amministrazione, che ha voluto fortemente questa operazione, alla quale, come affermato nell’atto, intendono subordinare l’elargizione dei contributi comunali, senza evidentemente aver preventivamente preparato il terreno alle adesioni dei soggetti istituzionali?

Nel frattempo i vertici dell’associazione omonima, fin da dicembre, hanno esposto pubblicamente i problemi economici che mettevano e mettono a rischio la programmazione della cinquantaseiesima edizione del festival nella prossima estate, malgrado l’aumento dei fondi del FUS ministeriale, chiamando a raccolta la cittadinanza.

Le attuali incertezze economiche e statutarie, con un Comune ondivago e opaco rispetto alle proprie intenzioni, non favoriscono alcuna programmazione e rischiano di compromettere anche questa manifestazione, dopo il ridimensionamento ( a volte fino alla chiusura) delle altre organizzate dal nostro Comune.

Le velleità e i ritardi di questa amministrazione, uniti a scontri e vecchie rivalse tra pubblico e privato nella gestione del potere decisionale interno all’associazione, rischiano di depotenziare ulteriormente un Festival che ha vissuto fasi alterne, ma che indiscutibilmente ha contribuito ad aumentare l’offerta artistica e culturale del nostro territorio, attirando turisti ed amanti dell’arte e della produzione musicale classica e contemporanea di alto livello.

Non vorremmo si compisse l’ennesimo atto di una strategia masochisistica che, contribuendo a destabilizzare l’esistente, spiani la strada alla privatizzazione e ridimensionamento di una delle ultime manifestazioni ancora in piedi, limitandone l’aspetto popolare, invece che rilanciarla per farne un evento coinvolgente, rivolto alla città e a tutto il territorio altotiberino”.

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