Insieme Possiamo: “vergognosa la proroga a Nuove Acque, vergognoso il silenzio delle istituzioni locali, Anghiari prende il posto di Sansepolcro e la Valtiberina sembra non avere più una voce”

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Sono indubbiamente notizie di una certa rilevanza quelle che si sono apprese questi giorni sulla gestione dell’acqua nel territorio aretino. La prima riguarda la proroga dell’affidamento a Nuove Acque dal 2027 al 2029, approvata dall’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana lo scorso dicembre. In primo luogo riteniamo che, a prescindere dai presunti contenimenti delle tariffe che sono stati proposti assieme alla posticipazione della data di scadenza, questa decisione sia da contestare in quanto contrastante con l’esito del referendum del 2011: ancora una volta, invece di lavorare concretamente su un possibile percorso di ripubblicizzazione, si blocca tutto per quasi altri due anni, dopo che peraltro, nel 2018, la concessione era già stata estesa dal 2024 al 2027. 

Oltre al merito, questa scelta lascia molto perplessi anche per ciò che riguarda i modi attraverso i quali si è giunti ad un’ulteriore proroga: in pratica, forse per non correre il rischio che potessero generarsi reazioni pubbliche e politiche, per mesi questa decisione non è stata comunicata, né spiegata da nessuno. Questo forse è proprio l’aspetto che colpisce di più e che fa maggiormente indignare: perché chi rappresenta i cittadini assume decisioni di questa portata senza condividere analisi nelle sedi opportune, come le commissioni o i consigli comunali? I sindaci della conferenza territoriale n. 4 Alto Valdarno (cioè quella servita da Nuove Acque) non potevano almeno rendicontare quanto deliberato mettendo in luce i ragionamenti fatti e le argomentazioni sostenute? Tutto questo non è avvenuto e ciò, innanzi a un esito referendario che non è mai stato messo in atto, non può che contribuire a disaffezionare ulteriormente le persone dalla politica.

La seconda questione che è giunta all’attenzione dell’opinione pubblica riguarda invece la Valtiberina e in particolare i comuni di Sansepolcro ed Anghiari, con quest’ultimo che ha preso il posto del primo come uno dei sei comuni che rappresentano la Conferenza Territoriale n. 4 all’interno dell’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana (AIT). Essendo anche in questo caso avvenuto tutto in maniera silente ed autoreferenziale non sappiamo quali siano le motivazioni che hanno portato i rappresentati dei due comuni a compiere questo scambio, ma, al di là di ciò, un dato è certo, ovvero quello che il comune di Anghiari, come effettivamente risulta dagli atti pubblicati dall’AIT, non ha praticamente mai partecipato ad una riunione. A questo punto politicamente non possiamo evitare di ricordare al Sindaco di Sansepolcro, ma poi anche a quello di Anghiari, che in un momento in cui a livello Regionale siamo chiamati a dibattere sul futuro modello di gestione dell’acqua non possiamo permetterci, come territorio marginale e periferico entro cui si trova uno dei laghi artificiali più grandi dell’Italia centrale, di non esprimere voce in capitolo. Tempo fa, in occasione della nomina del nuovo cda dell’EAUT, si è discusso animatamente sull’esigenza di avere in quell’ente almeno un referente valtiberino. Su questo, seppur con modi diversi, tutte le forze civiche e politiche hanno ribadito questo concetto. Tuttavia, rispetto a quanto accaduto con il recente cambio tra Sansepolcro ed Anghiari e la ritrosia di quest’ultimo a presenziare alle riunioni dell’Assemblea, non possiamo che sottolineare quanto sia politicamente incoerente lamentare un’assenza di rappresentanza da una parte e poi, dall’altra, rinunciare deliberatamente alla possibilità di esercitarla quando questa ci spetterebbe di diritto.

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