Solo scollegando bocca e cervello si può pensare di proporre la realizzazione di una centrale nucleare sull’Appennino umbro, tra le aree più sismiche d’Europa. Chissà perché il neo sindaco di Terni non l’ha proposta a casa sua, a Livorno? L’esempio di Fukushima, tra le centrali più ingegneristicamente avanzate al mondo, in grado di resistere a un terremoto di magnitudo 9 ma non al conseguente tsunami non ha insegnato nulla a Stefano Bandecchi perché ovviamente non sa di cosa parla.
A lui basta aprire la bocca e dare fiato alle trombe. L’Appennino è già autonomo a livello energetico ma grazie anche al suo voto per Giorgia Meloni alle elezioni politiche sono stati bloccati Superbonus 110% e Comunità energetiche, che in pochi mesi garantirebbero l’autosufficienza. Questo anche perché i burocrati di centro-destra in Regione e al Ministero continuano a bloccare l’installazione anche di un solo pannello perché minaccerebbe l’integrità del sacro suolo italiano.
Ringraziamo Stefano Bandecchi, ma nell’Appennino non abbiamo bisogno di essere trasformati in mutanti radioattivi, abbiamo bisogno di tutti quei servizi che grazie ai suoi amici di destra ci sono stati tolti a partire dagli ospedali pubblici, dove sono stati sottratti posti letto per fare spazio alla “sua” clinica privata. Manca ancora la proclamazione della sua elezione a sindaco, ma Bandecchi ha già trasformato Terni nello zimbello d’Europa.
La strategia è chiaramente quella di alzare sempre di più l’assurdità delle proprie dichiarazioni per attirare l’attenzione dei media nazionali utilizzando la città come un predellino su cui appoggiare i piedi. Su una cosa, però, ha perfettamente ragione. E’ stato il sonno della sinistra ad aver generato la sua elezione. Prima, grazie a chi ha causato la divisione che gli ha permesso di arrivare al ballottaggio. Successivamente sdognanandolo come argine democratico contro le destre. Adesso vediamo se anche loro sono in grado di applaudire il sindaco Bandecchi mentre dice che “Mussolini ha fatto anche cose buone”.