“Gli encomi tributati al personale della tenenza della Guardia di Finanza di Città di Castello sono la testimonianza più chiara ed eloquente della qualità del lavoro che viene svolto quotidianamente nel nostro territorio dalle Fiamme Gialle, che con professionalità, senso del dovere e spirito di servizio sono vicini ai cittadini e alle istituzioni, garantendo un efficace presidio della legalità e della sicurezza pubblica”.
E’ quanto ha sostenuto il sindaco Luca Secondi incontrando il comandante della Guardia di Finanza di Città di Castello, sottotenente Daniele Maggioni, e il luogotenente carica speciale Pier Luigi Bettoni, che hanno ricevuto insieme ai colleghi in servizio nella tenenza tifernate, luogotenente carica speciale Rudy Primavera e brigadiere Riccardo Rotini, un encomio semplice per l’operazione
“A tutto gas”, riguardante frodi nel settore delle accise. Il primo cittadino si è congratulato con i militari per il riconoscimento che è stato tributato loro dal comandante regionale del corpo, generale Alberto Reda, ed è stato consegnato dal Prefetto di Perugia Armando Gradone in occasione della celebrazione del 249° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza. Un anno fa con l’operazione “A tutto gas” le Fiamme Gialle di Città di Castello avevano portato alla luce una frode da 600 mila euro nel settore delle accise, nell’ambito di controlli fiscali mirati per verificare la corretta applicazione delle agevolazioni previste dalla legge 488 del 1998.
Gli accertamenti avevano fatto emergere un sistema fraudolento in alcune aree del tifernate, basato su attestazioni considerate non veritiere prodotte da imprenditori locali, operanti nel settore della tabacchicoltura e dell’allevamento di pollame. In un biennio erano state concluse 28 verifiche fiscali nei confronti di altrettante imprese ritenute colpevoli di aver sistematicamente truffato l’Erario, evadendo accise per oltre 596 mila euro, su un totale di circa 7.500.000 litri di prodotti petroliferi consumati in frode. Nell’occasione erano state denunciate alla Procura della Repubblica di Perugia 31 persone, tra legali rappresentanti delle società e titolari delle ditte sottoposte a controllo.