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Il consiglio comunale ha approvato il regolamento sul gioco lecito: è il primo in Altotevere

Il consiglio comunale ha approvato il regolamento per l’esercizio del gioco lecito nel territorio di Città di Castello con gli 11 voti favorevoli di PD, PSI, Lista Civica Luca Secondi Sindaco, il voto contrario della Lega e l’astensione di FDI e del consigliere Massimo Minciotti (PD).
Il regolamento. Composto da 16 articoli il regolamento per l’esercizio del gioco lecito risponde alla volontà dell’amministrazione comunale di Città di Castello di contrastare il fenomeno della diffusione del gioco d’azzardo, che negli ultimi anni ha assunto anche nel territorio tifernate una dimensione di assoluto rilievo.

Attraverso la disciplina, vengono previste misure di controllo e monitoraggio per garantire un gioco equo e responsabile, anche con lo scopo prevenire frodi, manipolazioni o comportamenti illegali. Il regolamento stabilisce che è vietata l’apertura di sale da gioco, di sale scommesse e la nuova collocazione di apparecchi per il gioco lecito in locali che si trovino a una distanza inferiore a 500 metri, misurata in base al percorso pedonale più breve, da luoghi sensibili quali istituti scolastici di ogni ordine e grado, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, luoghi di culto, centri socio ricreativi e sportivi, centri di aggregazione giovanile e strutture frequentate principalmente da giovani.

Nell’elaborato sono indicati i requisiti strutturali dei locali dedicati al gioco lecito, le attività richieste per l’apertura, l’ampliamento, la variazione e il trasferimento di sede degli spazi per il gioco con vincita in denaro, le modalità di collocazione degli apparecchi per il gioco con vincita in denaro in altri esercizi rispetto a quelli autorizzati dalla Questura, quali bar, ristoranti ed esercizi assimilabili; strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere; edicole, con esclusione dei chioschi ubicati su suolo pubblico; circoli o associazioni private e aree aperte al pubblico dove sia delimitato con precisione il luogo di installazione degli apparecchi e ne sia garantita la sorveglianza ai sensi della normativa vigente. La disciplina degli orari, con la facoltà per il sindaco di stabilire fasce di apertura delle sale da gioco e di funzionamento degli apparecchi con vincita in denaro mediante specifica ordinanza, completano le disposizioni del regolamento, insieme ai divieti e alle prescrizioni per lo svolgimento delle attività di gioco lecito, alle indicazioni sulla vigilanza e alla previsione di sanzioni.

Un articolo a parte è riservato alle sovvenzioni economiche a beneficio dei cittadini residenti le cui finanze siano state gravemente dissestate dal gioco patologico, che il Comune si riserva di concedere dietro richiesta, subordinatamente all’accettazione da parte del soggetto interessato di un percorso terapeutico di sostegno e cura da effettuarsi presso il competente Servizio Dipendenze dell’Usl Umbria 1.
Dibattito. L’assessore alle Politiche Sociali Benedetta Calagreti ha illustrato il regolamento per l’esercizio del gioco lecito, evidenziando “l’intento dell’amministrazione comunale di dare ulteriore impulso all’importante lavoro che stiamo facendo anche come ente capofila della Zona Sociale 1 dell’Alta Valle del Tevere per contrastare il gioco d’azzardo”. “Un fenomeno – ha osservato l’assessore – che oramai appare profondamente radicato nel nostro tessuto economico nazionale e le cui dimensioni hanno assunto dei connotati assolutamente preoccupanti anche in Umbria e nel territorio comunale tifernate, dove si sta registrando un aumento delle richieste di apertura di sale gioco e di locali aperti al pubblico che fra i vari servizi offrono anche la possibilità del gioco d’azzardo”.

Nel far presente come “la diffusione della dipendenza dal gioco d’azzardo comporti anche delle conseguenze che sono molto pregiudizievoli, sia per il soggetto che ne è vittima, che per le famiglie, determinando anche maggiori costi a carico dei Servizi Sociali dei Comuni e del Servizio Sanitario Nazionale”, Calagreti ha spiegato: “ci è sembrato doveroso regolamentare la materia con una disciplina frutto di un confronto con le associazioni di categoria, che devo dire si sono dimostrate molto collaborative, allargato anche a Federsanità, che ci ha supportato durante questi mesi di lavoro dandoci anche una panoramica di quello che è avvenuto negli altri comuni che si sono già dotati di questo strumento, tra i quali sono ancora pochi quelli dell’Umbria”. “L’auspicio – ha detto l’assessore – è che questo regolamento, che è stato presentato agli altri Comuni della Zona Sociale 1, venga adottato anche nelle altre città del nostro comprensorio, alle quali come capofila ci proponiamo di dare l’esempio con l’approvazione di stasera in consiglio comunale”. “Questa diffusione territoriale – ha chiarito – ci permetterebbe anche di definire fasce orarie nelle quali è consentito il gioco lecito uniformi, impedendo il pellegrinaggio dei giocatori che avviene in altre realtà da un comune all’altro a causa delle difformità nell’individuazione di orari limite”.

La capogruppo di FDI Elda Rossi ha sostenuto: “vogliamo far passare per gioco quello che gioco non è, perché il suo peso economico lo rende una fonte stabile di entrate erariali per lo Stato, che crea per giunta anche dipendenza, la ludopatia”. Nel rimarcare la “determinazione a non incentivare la diffusione dell’abitudine al gioco”, l’esponente della minoranza ha dato una dimensione al fenomeno, citando i dati 2019 secondo i quali “il 25,3 per cento degli umbri tra i 15 e i 74 anni hanno praticato il gioco d’azzardo negli ultimi anni, per il quale nel 2019 sono stati spesi più di un miliardo di euro nella nostra regione, e tra questi il 5,6 per cento presenta addirittura una situazione problematica, con una stima di circa 10 mila cittadini della nostra regione che dovrebbero essere raggiunti da intervento di prevenzione e di cura”. L’esponente della minoranza ha pertanto manifestato perplessità sulla reale efficacia di alcune misure contenute nel regolamento come la distanza minima di 500 metri da luoghi sensibili, segnalando che soprattutto quella dei giovani è la parte di popolazione potenzialmente più a rischio, considerando che “il 44 per cento della popolazione studentesca tra i 15 e i 19 anni ha avuto esperienze con il gioco nei bar e nei tabacchi, a casa con gli amici e nelle sale scommesse”.

“Esiste una mappatura dei luoghi del nostro territorio dove si trovano sale per le scommesse?”, ha chiesto Rossi. “Sarebbe necessario porre dei limiti di concentrazione nel nostro territorio, senza ledere la libertà di scelta imprenditoriale ed economica di chi vuol aprire questi esercizi, ma per tutelare i cittadini da un punto di vista sociale e sanitario, evitando che molte famiglie possano avere gravi problemi economici”, ha sostenuto la rappresentante di FDI preannunciando il proprio voto di astensione. Il capogruppo della Lega Valerio Mancini ha invece preannunciato il proprio voto contrario, segnalando che il regolamento “lasci dei buchi che non permettono di dare incisività all’intervento”. “Questa disciplina dovrebbe essere più stringente”, ha fatto presente il consigliere, che ha condiviso l’esigenza di “una ricognizione della situazione nel nostro territorio, che possa essere divulgata e offrire una percezione più chiara e netta alla popolazione della realtà di un fenomeno, dei cui contorni ci si può rendere conto facilmente semplicemente frequentando i locali pubblici che ospitano slot machine o altri dispositivi per il gioco”. “Noi qui ci stiamo proponendo di combattere una battaglia che spetterebbe ad altri, prima di tutto allo Stato”, ha eccepito Mancini.

Nel condividere le posizioni espresse dall’assessore Calagreti, il capogruppo del PD Gionata Gatticchi ha riconosciuto i limiti di un consiglio comunale che non ha gli strumenti legislativi del Parlamento, evidenziando comunque “l’importanza di intervenire nei modi che sono possibili a un Comune, ovvero con una regolamentazione che possa ridurre al minimo l’impatto del fenomeno per arginare la confusione legislativa e normativa che forse è voluta, se pensiamo alla scissione di personalità di uno Stato che fa cassa con il gioco d’azzardo, da un lato, e, dall’altro, investe nella lotta alla ludopatia”. “Voteremo a favore – ha detto – perché questa è la direzione giusta per cercare di limitare le conseguenze dannose di questa piaga che coinvolge anche la nostra comunità”.

A dare atto all’assessore Calagreti della validità del tentativo di “affrontare la situazione del gioco d’azzardo nel nostro territorio, cercando di attenuarne gli effetti, che si ripercuotono troppo spesso sulla condizione economica delle famiglie” è stato il consigliere del PSI Luigi Gennari, che però ha osservato: “purtroppo risolvere questa problematica è impossibile, perché non abbiamo gli strumenti per impedire che vengano create tutte queste opportunità di giocare che lo Stato permette”. Evidenziando i gradi aspetti patologici della situazione, Gennari ha preannunciato il voto favorevole e ha sostenuto: “possiamo solo fare opera di sensibilizzazione per far capire alle persone che il gioco d’azzardo è un male, per sé e per le famiglie, provare a contenere il fenomeno”. Il consigliere Massimo Minciotti (PD) ha anticipato il proprio voto di astensione motivandolo per i vincoli di amicizia con gestori di locali che ospitano dispositivi per il gioco. Facendo riferimento alla parentela con una persona che soffre di ludopatia, l’esponente della maggioranza ha però richiamato gli aspetti patologici legati al gioco e ha segnalato la diffusione della ludopatia anche tra i giovani in età scolare.

“I Servizi Sociali e l’Usl Umbria 1 fanno tutto il possibile per contrastare il fenomeno e aiutare chi si trova in difficoltà”, ha testimoniato Minciotti, che ha riconosciuto la complessità del fenomeno e la difficoltà di intervenire per arginarlo. In sede di replica, l’assessore Calagreti ha rimarcato che “il Comune interviene responsabilmente per regolamentare quello che è nelle sue possibilità”, segnalando come restino diversi aspetti che sfuggono a ogni potenzialità di controllo, come il gioco on-line. L’assessore ha ribadito “l’impossibilità di stabilire orari al di fuori di un contesto di applicazione generalizzata da parte dei comuni della vallata di una regolamentazione in materia” e ha preannunciato che metterà a disposizione dei consiglieri comunali i dati nella disponibilità del Comune, “che hanno un aggiornamento praticamente quotidiano”.

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