L’obiettivo di questa interrogazione è quello di verificare se esistano le condizioni, come si auspica, per la riapertura della ex-sezione distaccata di Città di Castello del Tribunale di Perugia.
Al Senato della Repubblica è stato infatti presentato il Disegno di legge n. 710, su iniziativa del Consiglio Regionale dell’Umbria, per apportare modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n.155 che ha portato nel 2013 alla soppressione di 31 sedi di tribunale. Tra le sedi distaccate del tribunale di Perugia, ricordiamo
Secondo quanto indicato dagli estensori del disegno di legge, la riforma del taglio delle sedi giudiziarie non avrebbe portato ai vantaggi e ai risultati sperati. Le cause del fallimento della riforma, si legge nel testo del Ddl, sarebbero da ricercare nel fatto che non sono stati considerati alcuni parametri, come l’estensione geografica, le caratteristiche geomorfologiche di alcuni territori e l’oggettiva difficoltà di raggiungere gli uffici giudiziari da parte dell’utenza di riferimento.
Preoccupa il fatto che dalla relazione accompagnatoria predisposta dalla Regione, si evince come l’unico obiettivo sia quello di riaprire il Tribunale di Orvieto. Neanche una parola sulle altre ex sezioni distaccate, anche se le motivazioni addotte per la riapertura del foro orvietano ben si attagliano ad altre realtà, prima tra tutte quella Tifernate, in quanto il disagio provocato ai cittadini con la soppressione della sezione distaccata è pari se non superiore a quello subito dagli orvietani con la perdita del tribunale.
Ancora una volta la Regione ha compiuto una scelta senza consultare i territori, tanto che la questione, a livello di istituzioni locali, non è mai stata oggetto di confronto.
Riteniamo comunque l’occasione propizia affinché la nostra comunità possa tornare a godere dei servizi di prossimità della giustizia, con un conseguente innalzamento anche del sistema organizzativo e di produttività. Appare quindi necessario che l’amministrazione comunale faccia quanto nelle proprie possibilità affinché le esigenze del territorio prevalgano sugli interessi particolari.