Da settimane in città tiene banco la querelle sul “cotto rosso in Piazza Torre di Berta”. L’attuale amministrazione si è trovata in eredità, dalla precedente, un importantissimo finanziamento di 5 milioni di euro da destinare alla rigenerazione urbana del centro storico, grazie ai fondi del PNRR e sta gestendo queste ingenti risorse nel peggiore dei modi.
In primis con totale approssimazione: l’annuncio del finanziamento è arrivato nel giugno 2021 e questo poteva dare modo di lavorare a un progetto ben strutturato, articolato,complessivo e condiviso con gli operatori economici, culturali, politici e sociali. Invece, l’amministrazione ha presentato il progetto a ridosso della scadenza dei fondi e ha prodotto un progetto senza alcuna idea sul centro storico, che ha fortemente diviso la città, un progetto con interventi a macchia di leopardoche rischiano di creare ancora più confusione visiva tra stili e materiali utilizzati, ma, cosa ancor più paradossale, non compatibile con il nostro regolamento urbanistico comunale, tant’è che hanno dovuto ricorrere ad una variante.
Sudditanza perché, dopo aver strenuamente difeso il progetto dalle tante critiche di cittadini e del mondo politico, non hanno avuto il coraggio di farlo dopo la bocciatura (chiamiamo le cose con il proprio nome…) del sottosegretario che lo ha letteralmente stravolto (e forse migliorato): hanno chinato la testa e si sono allineati. Eppure l’assessore aveva dichiarato che c’era il parere positivo della Sovrintendenza, come è stato possibile questo cambio di rotta? Sudditanza anche perché, dopo i recenti allarmi sul taglio dei finanziamenti dal governo centrale, in cui ricadrebbe anche il nostro, non hanno avuto lo scatto di orgoglio di prendere una chiara, netta e forte posizione di dissenso. Avesse revocato il finanziamento la “rossa” Regione apriti cielo, ma se lo fa il loro governo “amico” non si può dissentire.
Arroganza: un finanziamento come questo potrebbe veramente essere una svolta per la città, doveva essere un momento di incontro e condivisione con tutte le energie positive della nostra comunità, un’occasione di coinvolgimento unica. E invece, con l’arroganza di chi “ho vinto io e decido io”, il progetto è stato calato dall’alto e imposto a tutti con una misera presentazione. Ma l’arroganza si evince anche dal modo in cui stanno rispondendo alla consigliera Chieli che, una volta tanto, si è ricordata del proprio ruolo di consigliere di minoranza, ma la battaglia non deve essere soltanto sull’utilizzo dei materiali, ma sul modo in cui si prendono decisioni cruciali. Questa amministrazione sta dimostrando di essere totalmente impreparata a portare avanti il mandato che i cittadini le hanno affidato e questo finanziamento è sempre più da ascrivere tra le opportunità perse.