“Il custode della memoria” è inarrestabile dopo il successo a Perugia fa tappa a Rovereto, passando per il Tennessee

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Il film-documentario “Il custode della memoria” che racconta la vita del tifernate Dino Marinelli, simbolo della Pinacoteca di Città di Castello, lo scorso martedì 3 ottobre è stato presentato al PerSo, il Perugia Social Film Festival, nella magnifica e imponente cornice del Manu, il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria.
La regista Elena Giogli, il protagonista Dino Marinelli e il direttore della fotografia Cristian Doti hanno raccontato questa esperienza cinematografica al pubblico, in un incontro moderato dal co-direttore artistico del festival umbro Luca ferretti e dalla direttrice del museo archeologico Tiziana Caponi. I numerosi spettatori presenti hanno apprezzato molto questo documentario dal successo internazionale, che ha conseguito riconoscimenti da Hollywood fino in India, passando per Roma e Berlino.
La pellicola, opera prima della sceneggiatrice e regista Elena Giogli, ripercorre la vita di Marinelli, straordinario novantenne, trasportando lo spettatore in un mondo antico pieno di fascino e raccontando con ritmo vivace tante vicende e aneddoti legati dall’Umbria e all’Italia, dal sapore quasi fiabesco, che destano commozione e anche molte risate.
Dino Marinelli ha confessato che nessuno a Città di Castello si sarebbe aspettato un così grande successo per il racconto della sua vita, che ha definito: “semplice, come quella di tanti”, la regista Giogli ha sottolineato che uno dei punti di forza di questo film è proprio questo: il fatto che il protagonista sia un uomo comune ma allo stesso tempo straordinario, in grado di affascinare tutti con la sua intelligenza e simpatia disarmante. “Dino riesce a farci provare un sentimento speciale – ha spiegato la regista – la nostalgia per epoche che non abbiamo mai vissuto ma che ci sembra di aver abitato e conosciuto proprio attraverso i suoi racconti, i vicoli degli anni ’50 e ‘60 raccontati da lui si materializzano, ne possiamo sentire l’odore, il rumore, il vociare, ne possiamo vedere i colori e sì, anche provare una nostalgia, pur non avendoli mai visti davvero.”
Il cammino di quest’opera, a un anno dalla sua anteprima, è ora inarrestabile: dopo essere già stato celebrato oltreoceano, nientemeno che a Hollywood, il documentario è ora atteso nel Tennessee: venerdì 6 ottobre sarà proiettato al Lane Doc Fest, un festival che ospita più di 200 documentari da tutto il mondo e che si svolge nel prestigioso centro accademico del Sud degli Stati Uniti “Lane College”, fondato nel 1882 dal padre metodista Isaac Lane.
Il giorno seguente, sabato 7 ottobre, la pellicola concorrerà al premio: “L’Italia si racconta” che sarà assegnato da una giuria di esperti del festival RAM – Rovereto Archeologia Memorie, dedicato all’archeologia e al patrimonio culturale che si tiene dal 4 all’8 ottobre presso il Teatro Zandonai di Rovereto, gioiello settecentesco della città del Trentino.
Per chi non avesse avuto l’occasione di vedere il documentario, ricordiamo che è disponibile gratuitamente sulla piattaforma Rai Play fino a maggio 2024.

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