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Un’oca per amica – La bella storia di Pietro e dell’oca “Giovanna”, primo premio del secolare Palio della Mattonata, adottata da una famiglia bolognese anziché finire al “forno”

Un’oca per amica – La bella storia di Pietro e dell’oca “Giovanna”, primo premio del secolare Palio della Mattonata, che è stata adottata da una famiglia bolognese anziché finire al “forno” – Pietro ha raccontato tutto in una bella e commovente lettera inviata al sindaco e ai responsabili della società rionale: “la vostra è una bella citta’ con grandi eventi e tradizioni”. Il sindaco Luca Secondi: “tornate ancora saremo felici di accogliervi, “Giovanna” compresa”

La bella storia di Pietro e dell’oca “Giovanna” che ha evitato di finire arrosto o in umido ed è diventata invece una vera e propria mascotte di una famiglia dal cuore tenero. Lontana da pericoli ed insidie culinarie vive tranquilla nel giardino e fra le mura domestiche di quello che è ora il suo paradiso, coccolata e benvoluta da tutti. Bella storia, che Pietro Sacerdoti Coen, 13 anni, studente della provincia di Bologna, l’ha raccontata in una lettera davvero commovente e densa di sentimenti e amore per le tradizioni e la storia di ogni comunità locale, inviata al sindaco Luca Secondi, al Presidente della Società Rionale “Mattonata”, Dino Braganti ed al segretario Paolo Alunni, per congratularsi con l’organizzazione del secolare Palio dell’oca, che lo ha visto primeggiare un anno fa nell’edizione dedicata ai ragazzi che precede il vero e proprio Palio in programma nel pomeriggio della prima domenica di ottobre in Piazza Matteotti. Al termine di una lunga competizione, racconta Pietro nella lettera, seppur esausto per i ripetuti tentativi “sono riuscito ad infilare la lancia di legno nel foro collocato sotto ad un catino pieno d’acqua appeso in alto il tutto stando in piedi su un carretto in movimento trainato da due adulti, come vuole da secoli la tradizione del Palio anche nell’edizione dedicata ai più piccoli che si svolge in piazza delle oche nel cuore dello storico quartiere”. Gradino più alto del podio per Pietro, accompagnato dai genitori Barbara e Claudio e premio finale, non la solita coppa o targa, ma una bella oca “romagnola” o “romana”, candido esemplare con becco arancione. “Appena saliti in auto, entusiasti di aver vissuto una giornata bellissima in una altrettanto bellissima città all’insegna della storia e tradizioni secolari e tanta bella gente non c’abbiamo pensato un secondo nel prendere la decisione di evitare a “Giovanna” così l’abbiamo chiamata, una brutta fine. Da quel momento, da un anno vive felice nel giardino di una nostra vicina di casa che ha spazio adeguato dove può liberamente scorazzare: condivide quello spazio verde con un’altra oca, “Neve”, salvata da un allevamento intensivo”, conclude Pietro che ringrazia ancora attraverso il sindaco tifernate, i responsabili dell’organizzazione del Palio dell’Oca e i rappresentanti della Società Rionale Mattonata per l’ospitalità. “Torneremo a Città di Castello – conclude Pietro – perché ora c’è Giovanna che ci lega alla vostra città e alle tradizioni secolari di eventi di grande fascino e suggestione come il Palio dell’Oca”. A stretto giro risponde il sindaco Luca Secondi, ringraziando Pietro e la sua famiglia per le belle parole di apprezzamento che ha speso nei confronti della comunità tifernate. “Saremo felici di ricevervi in comune, il vostro messaggio c’ha davvero colpiti. Il racconto di Pietro e dell’amicizia con la oca Giovanna ormai appartiene alla storia di vita quotidiana, che è anche questo”. Il Palio dell’Oca è la rievocazione più antica della città, con origini che risalgono al periodo compreso tra il 1200 e il 1300, ed è l’unica in Italia a riprodurre ancora gli antichi giochi che erano riservati al popolo come parodie dei duelli della nobiltà

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