Il consiglio comunale approva all’unanimità la mozione di Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione) per l’istituzione della Consulta per le Pari Opportunità

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Nell’ultima seduta il consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione della consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione) per l’istituzione della Consulta per le Pari Opportunità. Con la deliberazione, emendata su proposta della consigliera Monia Paradisi (PD), la massima assise cittadina impegna il sindaco Luca Secondi e la giunta comunale “ad inserire la Consulta per le Pari Opportunità nel regolamento per l’associazionismo e le consulte di settore approvato dal consiglio comunale il 15 ottobre 2012, previo esame da parte della competente commissione consiliare”. Presentando la mozione, la consigliera Bassini ha ricordato di aver potuto solo avviare l’iter per la costituzione della Consulta delle Pari Opportunità nel periodo da assessore comunale. “La Consulta quindi ancora non c’è, perché non è prevista nel regolamento relativo, dove figurano quelle della Salute e Solidarietà Sociale, della Scuola e Cultura, dello Sport e Tempo Libero, dello Sviluppo Economico Turismo e Ambiente”, ha osservato la rappresentante della minoranza, che ha evidenziato come “un simile organismo potrebbe offrire un grande sostegno a tutte le attività della giunta e del consiglio comunale su questo versante così importante”. Bassini ha spiegato che la Consulta delle Pari Opportunità, in attuazione dei principi della Costituzione Italiana e del Codice delle Pari Opportunità tra uomo e donna, “ha lo scopo di favorire la conoscenza della normativa e delle politiche riguardanti le donne; dare espressione alle differenze di genere e valorizzare le esperienze delle donne, attraverso funzioni di sostegno, confronto, consultazione, progettazione e proposta nei confronti dell’amministrazione; attivare azioni per rimuovere ostacoli che di fatto costituiscono discriminazione diretta o indiretta nei confronti delle donne; valorizzare la differenza di genere e favorire le condizioni di riequilibrio della rappresentanza tra uomo e donna in tutti i luoghi decisionali del territorio comunale”.

A prendere la parola è stato quindi il consigliere Andrea Lignani Marchesani, che, evidenziando come “finora le consulte non abbiano prodotto contributi apprezzabili”, ha auspicato che “questa della Pari Opportunità possa rappresentare una prodigiosa eccezione”. “Bisogna però valutare bene la sua composizione”, ha ammonito l’esponente della minoranza, facendo riferimento agli organismi analoghi già costituiti, anche presso la Regione Umbria, “composti esclusivamente da membri di sesso femminile o dove la rappresentanza maschile è da riserva indiana”. “Bisogna stabilire se si parla di sesso o genere, perché il genere è non il sesso ma come una persona si percepisce nella società, e anche quale ripartizione dare in base a questi parametri nella composizione della consulta”, ha puntualizzato Lignani Marchesani, che ha aggiunto: “bisogna fare in modo che un simile organismo funzioni e quindi ragionare della sua composizione, anche in commissione, perché questo accada”. Ricordando i suoi trascorsi nel Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria, la consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) ha condiviso l’esigenza di garantire operatività effettiva alla consulta, “che può essere, come potrebbero essere anche le altre presenti a livello comunale, uno strumento per favorire una maggiore partecipazione della cittadinanza, se ovviamente viene fatta funzionare”. “Penso che la Consulta per le Pari Opportunità dovrebbe essere un organismo agile, capace di rappresentare l’universo delle associazioni e dei soggetti aventi titolo a partecipare, che, però, se guardiamo agli organismi analoghi già costituiti, è molto ampio e quindi non semplice da far lavorare”.

“La consulta potrebbe offrire un valido aiuto, ma un ragionamento sulla sua composizione va fatto, considerando la massima inclusività, quindi non limitandoci solo alle donne”, ha fatto presente Arcaleni, condividendo l’idea di un confronto in commissione. Portando la propria esperienza di membro dell’Ufficio di Presidenza del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria, la consigliera Elda Rossi (FDI) ha riconosciuto la pertinenza delle osservazioni del consigliere Lignani Marchesani circa le modalità di composizione e di funzionamento di una Consulta per le Pari Opportunità, dando conto della non semplice gestione del processo decisionale in organismi come quello regionale composti da 23 membri. “Ritengo opportuna una particolare attenzione a come sarà formata questa consulta, perché possa essere veramente inclusiva: nella parità ci sta anche la dignità, che deve essere riconosciuta anche dagli uomini: quindi gli uomini devono sicuramente essere presenti”, ha sostenuto Rossi.

Nel riconoscere l’opportunità dell’istituzione della Consulta per le Pari Opportunità, la consigliera Monia Paradisi (PD) ha fatto presente che “questo organismo potrebbe svolgere un ruolo importante dal punto di vista delle indagini conoscitive, per permetterci una consapevolezza profonda delle esigenze e delle problematiche attuali e darci la possibilità di agire per rimuovere effettivamente tutte le discriminazioni nei confronti delle donne”. La consigliera si è quindi fatta carico della proposta di emendare la mozione con la previsione di un passaggio nella commissione consiliare deputata, per valutare tutti gli aspetti legati alla composizione della consulta. “E’ importante – ha sostenuto l’esponente della maggioranza – dare un’organizzazione e una gestione del funzionamento di questo organismo che, poi, nel tempo non lasci spazio al rischio di una perdita di interesse tale da vanificare l’entusiasmo iniziale e rendere il suo lavoro inefficace”. D’accordo sulla necessità di un confronto sulle modalità di composizione della consulta anche il consigliere Valerio Mancini (Lega). “Sono ben contento di istituire la Consulta per le Pari Opportunità e credo che dovremmo darci l’obiettivo di fare un lavoro molto concreto sui temi che riguardano la discriminazione delle donne, ad esempio in ambito lavorativo, dove assistiamo troppe volte a situazioni nelle quali vengono penalizzate”, ha spiegato Mancini.

A concludere il dibattito è stata l’assessore alle Pari Opportunità Letizia Guerri, che ha ringraziato la consigliera Bassini per la proposta e ha affermato: “credo che questa consulta abbia la necessità di lavorare e di lavorare tanto”. “Ecco perché – ha proseguito – ritengo indispensabile che all’approvazione dell’istituzione della consulta faccia seguito un passaggio nella commissione Affari Istituzionali per definire insieme, oltre che la composizione di questo organismo, anche il suo funzionamento”. “Il dibattito di stasera – ha osservato Guerri – dimostra che in realtà il tema delle pari opportunità è molto ampio, è un tema che non può essere certo confinato in determinati recinti, perché è trasversale alla nostra società e ha tantissimi ambiti di intervento”. “Come Comune di Città di Castello siamo in prima linea sul versante delle pari opportunità e dei diritti delle donne, con un lavoro che fin dall’inizio del mandato di questa amministrazione ha puntato ad andare oltre le semplici ricorrenze, per affrontare concretamente nelle sue sfaccettature, anche legate al linguaggio, tutti i complessi temi e le problematiche che sono presenti nella nostra realtà”. In sede di replica, la consigliera Bassini ha ringraziato per i contributi alla discussione e ha accettato di integrare la mozione con l’emendamento finalizzato all’esame in commissione delle questioni riguardanti la composizione e il funzionamento della consulta. “Questo confronto in commissione è doveroso e mi auguro abbia tempi stretti di convocazione, considerando tutte le difficoltà che ci sono e quello che succede quotidianamente”, ha concluso Bassini.

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