Città di Castello ancora in prima linea contro la violenza sulle donne: il Comune tra i primi in Umbria a riservare case popolari per le vittime di maltrattamenti domestici

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Città di Castello di nuovo in prima linea al fianco delle donne vittime di violenza con un’altra “carezza” a chi vive il dolore e le sofferenze dei maltrattamenti e degli abusi. L’amministrazione comunale riserverà infatti alle donne vittime di violenza in famiglia una quota dell’8 per cento delle case popolari a disposizione ogni anno, dando applicazione, tra i primi Comuni in Umbria, alle disposizioni della legge regionale in materia. Un nuovo importante segnale di attenzione per la condizione femminile che porta con sé il messaggio di fondo rivolto alle donne del territorio nelle iniziative messe in campo dal Comune su questo drammatico fronte dall’assessorato alle Pari Opportunità guidato da Letizia Guerri in collaborazione con l’assessorato ai Servizi Sociali di cui è responsabile Benedetta Calagreti: quello di denunciare le violenze perché c’è una rete sociale pronta a proteggere le donne e a dare loro un aiuto concreto nel percorso di uscita dai drammi in cui vivono. D’ora in poi anche con la possibilità di ricevere un alloggio di edilizia residenziale sociale pubblica, per lasciare l’ambiente familiare ormai compromesso.

Un’opportunità in più per le vittime di violenza, dopo quella di ricevere un’offerta di lavoro, utile a conseguire l’indipendenza economica necessaria ad affrancarsi da un vissuto di abusi, che è stata messa a disposizione dal Comune di Città di Castello, come capofila delle municipalità della Zona Sociale 1 dell’Alta Valle del Tevere, con il protocollo d’intesta sottoscritto pochi giorni fa insieme a Cgil, Cisl e Uil, Confindustria Alto Tevere e Arpal Umbria. Il primo in Italia a dare una risposta al vulnus dell’autonomia economica sul quale si incagliano molti percorsi che le donne intraprendono per l’uscita dalla violenza domestica. Un’esperienza pilota per altri comuni della Penisola, come quella dei corsi di formazione sulla violenza di genere avviati nel giugno scorso dal Comune per 100 docenti degli istituti scolastici primari pubblici e paritari di Città di Castello (con finanziamento della Regione Umbria e in linea le indicazioni del “Piano nazionale per l’educazione al rispetto” del MIUR) con l’obiettivo di attivare sui banchi di scuola “sentinelle” in grado di riconoscere i segnali di disagio delle mamme e favorire l’emersione dei casi di violenza attraverso la consapevolezza dei servizi che sono a disposizione nel territorio.

La riserva dell’8 per cento di alloggi di edilizia residenziale sociale pubblica è stata deliberata nell’ultima seduta dal consiglio comunale, che ha approvato maggioranza (con il voto favorevole di PD, PSI, Lista Civica Luca Secondi Sindaco, Gruppo Misto-Azione e le astensioni di FDI, FI, Castello Civica, Castello Cambia e Unione Civica Tiferno) il nuovo regolamento dell’ente per la formazione delle graduatorie e per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale sociale pubblica. Nel sottolineare in aula l’importanza di attivare tutte le misure necessarie ad affrontare le emergenze abitative che affiorano nel territorio, tra cui quella legata alla violenza domestica, l’assessore alle Politiche Sociali Benedetta Calagreti ha sottolineato come “la nuova disciplina dell’assegnazione delle case popolari recepisca tutte le novità normative e introduca, laddove possibile, previsioni definite dalla giunta condividendo le scelte con il consiglio comunale”. Oltre all’articolo riguardante la violenza sulle donne, le novità principali riguardano l’attribuzione di 6 punti alle famiglie con figli di età compresa tra 10 e 26 anni, studenti o fiscalmente a carico; l’assegnazione di 1 punto al soggetto che in forza di una separazione ha visto assegnare la casa coniugale all’altro coniuge; l’assegnazione di 1 punto per chi vive da 10 anni consecutivi in Umbria e di 2 punti a chi risiede da 15 anni consecutivi; la previsione di 2 punti per il nucleo familiare che abbia perso l’unica fonte di reddito da 12 mesi; il reinserimento della possibilità di assegnazione degli alloggi per emergenza abitativa, con la previsione massima del 70 per cento del totale degli alloggi riservati alle emergenze abitative a casi di natura socio-sanitaria, su istanza dell’Usl o del Comune; la nuova composizione della commissione comunale deputata.

La consigliera Elda Rossi (FDI) ha chiesto di sapere “quanti alloggi vuoti sono disponibili per le emergenze abitative” e “il numero degli alloggi presenti nel territorio comunale di Città di Castello”. A evidenziare che “l’emergenza abitativa è purtroppo una problematica quotidiana, ma di fatto gli appartamenti dell’Ater non sono mai disponibili” è stata la consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto – Azione), che ha chiesto di comprendere “se ci sia o meno l’effettiva disponibilità di un appartamento per le donne vittime di violenza e per chi è senza casa in questo momento”. Nel rimarcare come “la giunta comunale abbia accolto i suggerimenti pervenuti sia dalla maggioranza che dalla minoranza”, il capogruppo del PD Gionata Gatticchi ha messo in evidenza come “al di là del recepimento della normativa regionale, laddove c’erano margini per operare da parte dell’amministrazione comunale ci sono stati interventi puntuali, con l’intenzione di rispondere alla tipologia di casistica legata all’emergenza abitativa nel territorio senza lasciare indietro nessuno”. Nel dare atto della condivisione delle scelte assicurata dalla giunta, la consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia), ha ammonito sul fatto che “le importanti novità introdotte nel regolamento rischino di non essere attuabili”. “Se mancano gli alloggi per poter rispondere alle emergenze, questo strumento che è necessario approvare si scontrerà con la dura realtà”, ha osservato la rappresentante della minoranza, che ha invitato la giunta a “cercare di ampliare la disponibilità di soluzioni abitative” e a “garantire la possibilità di partecipare ai bandi per l’assegnazione degli alloggi anche a chi abbia difficoltà con la procedura telematica, che è l’unica prevista dal regolamento”. In sede di replica, l’assessore Calagreti ha reso noto che “gli alloggi assegnati sono all’incirca 700” e che “al momento è esaurita la disponibilità di appartamenti, perché tutti quelli che erano liberi sono stati assegnati”.

“La Regione ci ha invitato ad attendere gennaio per la pubblicazione del nuovo bando, in modo da gestire al meglio la questione dell’ISEE”, ha riferito Calagreti, preannunciando che “verrà garantita adeguata assistenza per la compilazione online della domanda attraverso il servizio Digipass, lo Sportello del Cittadino, gli uffici del Segretariato sociale e alcuni patronati che ci hanno già dato la propria disponibilità”. Riconoscendo che “a oggi non ci sono alloggi disponibili per affrontare la problematica dell’emergenza abitativa, una criticità che purtroppo riguarda tutti i comuni di dimensioni medio-grandi come il nostro”, l’assessore ha puntualizzato come “prevedere riserve di posti per l’emergenza abitativa e per le donne vittime di violenza era comunque necessario, perché ci permetterà di intervenire in futuro, una volta che saranno a disposizione gli alloggi”.

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