Sono ben 18 le Scuole interessate dal progetto e coinvolte nella celebrazione della “Giornata
Nazionale degli Alberi”
Ogni anno per la “Giornata Nazionale degli Alberi” del 21 novembre i Carabinieri Forestali
organizzano, su tutto il territorio nazionale, diversi eventi rientranti nel progetto “Un albero per
il futuro” che cerca di dare uno sguardo sul futuro partendo, oggi, da attività concrete. E ormai
è consolidata la collaborazione fra le varie istituzioni pubbliche su questa via che si pone
l’elevato obiettivo di sensibilizzare la collettività partendo proprio dai più giovani. Da
quest’anno il progetto si arricchisce con l’iniziativa nazionale “L’Albero Cittadino” che vede
protagonista l’albero di città e la molteplicità dei ruoli che esso assolve.
Ragazze e ragazzi delle scuole materne, elementari e medie saranno protagonisti nel mettere a
dimora un albero in un lembo di terra della propria scuola. Saranno loro oggi a scavare un solco
nel terreno, e nella storia di quella piantina, per mettere le basi ad un percorso di crescita per
l’alberello, certamente, ma anche del senso civico passando attraverso delle semplici cure ad
una piantina. Piantina che diviene il simbolo, per ogni bambina e bambino, di un impegno – per
il futuro – a coltivarla, curarla e conservarla anche in ottica del nobile obiettivo di sequestrare la
CO2 dall’ambiente monitorando i risultati grazie al QR Code registrato nel sito
www.unalberoperilfuturo.it.
Le essenze scelte quest’anno sono diverse, come la biodiversità d’altronde, con specie più
comuni come il corbezzolo, il tiglio e il ciliegio, specie più montane come il pino mugo ma
anche l’olmo che, nonostante la limitata crescita arborea per effetto della malattia fungina detta
grafiosi, continua ad essere resiliente combattendo contro le condizioni avverse.
E può essere uno spunto la storia dell’olmo e la sua resilienza. Il termine resilienza, in
origine, misurava la capacità di un metallo di resistere ad un urto improvviso senza
spezzarsi. Applicandolo ai vegetali potremmo indicarla come la presa, ferrea e decisa,
di vitalità di una pianta posta davanti ad un mutamento della situazione. Gli olmi “di
una volta” di 20-30 metri che abbellivano di giallo l’orizzonte autunnale non esistono
più ma, pur di conservare qualcosa della sua identità, l’olmo si è piegato: una sorta di
mutazione che lascia sì in vita le popolazioni ma piegate all’attuale destino.
E qualcosa oggi possiamo fare per conoscere questo fenomeno, come tanti altri
fenomeni naturali: risvegliare nelle persone la consapevolezza del legame con il
mondo che le circonda. E ora, come sempre, l’investimento più proficuo e longevo è
credere nei giovani ed i Carabinieri Forestali contribuiscono portando un po’ di cultura
ambientale e forestale nelle giovani menti – e nei cuori – degli studenti delle scuole di
Anghiari, Arezzo, Ciggiano, Civitella in Val di Chiana, Chiusi della Verna, Cortona,
Montevarchi, Ortignano Raggiolo, Pergine Valdarno, Pieve Santo Stefano,
Pratovecchio Stia, Talla, Tegoleto, Terranuova Bracciolini.
E chissà, se un giorno, i grandi olmi non possano tornare tra noi, speranzosi nel gene
di una specie che non smette di combattere ma soprattutto fiduciosi delle cure e della
consapevolezza dei nostri figli.