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Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Oggi nel sala consiliare riunito il tavolo di monitoraggio

“Contro le violenza sulle donne serve una sfida culturale nel segno della prevenzione, che coinvolga per intero il tessuto sociale del nostro territorio”: l’unità di intenti uscita dal terzo tavolo di monitoraggio riunito stamattina dal Comune di Città di Castello in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Circa 200 telefonate in più dell’anno scorso e 38 nuovi casi presi in carico dal Centro comunale antiviolenza “Medusa”, specchio di un fenomeno che ribolle anche in Alta Valle del Tevere

“Contro le violenza sulle donne serve una sfida culturale nel segno della prevenzione, che coinvolga per intero il tessuto sociale del nostro territorio, un’azione a 360 gradi che parta dalle agenzie educative, la famiglia e la scuola, e si estenda con la spinta delle istituzioni pubbliche a ogni ambito della convivenza civile, dal mondo del lavoro allo sport, per dare tutti insieme una risposta di comunità, forte e unitaria”. E’ il messaggio che lanciano il sindaco Luca Secondi, l’assessore alle Pari Opportunità Letizia Guerri e l’assessore alle Politiche Sociali Benedetta Calagreti, tirando le somme dei lavori del tavolo di monitoraggio istituzionale che il Comune di Città di Castello ha riunito per il terzo anno consecutivo nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, alla presenza anche dell’assessore alla Cultura Michela Botteghi. Circa 200 telefonate in più dell’anno scorso e 38 nuovi casi presi in carico finora dal Centro comunale antiviolenza “Medusa” danno la misura di un fenomeno che anche in Alta Valle del Tevere ribolle, si annida in situazioni domestiche spesso difficili da percepire e arginare, ma che, come hanno confermato anche gli stessi responsabili delle forze dell’ordine, presenta purtroppo nel nostro territorio la stessa casistica di episodi di abusi, maltrattamenti e persecuzioni che finisce quasi quotidianamente alla ribalta delle cronache nazionali. Nell’ultimo anno sono state fino a oggi 570 le chiamate di donne vittime di violenza e 270 i colloqui effettuati dal Centro Medusa, dove il personale dell’associazione LiberaMente Donna lavora per conto del Comune di Città di Castello, come capofila della Zona Sociale 1 che riunisce gli otto comuni del comprensorio altotiberino. Lo specchio di una situazione che non può essere più considerata un’emergenza, ma un fenomeno sociale strutturale, tale da rendere ancor più indispensabile l’azione di monitoraggio e di progettazione del tavolo interistituzionale attivato dall’amministrazione tifernate a partire dal 2021 in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. “Una cabina di regia operativa, per andare oltre le celebrazioni della ricorrenza, che ha dimostrato di saper affrontare con risposte concrete i problemi, arrivando per prima a livello nazionale a mettere in campo soluzioni innovative che sono già divenute esperienze pilota in Italia, come il protocollo di intesa per favorire l’inserimento occupazionale delle donne vittime di violenza e i corsi di formazione rivolti agli insegnanti delle scuole primarie di Città di Castello, che ora verranno estesi a tutti i comuni della Zona Sociale 1”, hanno sottolineato Secondi, Guerri e Calagreti, alla presenza della referente comunale del Centro Anti Violenza di Città di Castello, Lorenza Scateni, e della responsabile del Centro antiviolenza “Medusa”, Veronica Baldoni. “Un lavoro in rete per 365 giorni all’anno che continuerà da domani – hanno rimarcato gli amministratori comunali – in collaborazione con gli altri Comuni della vallata, le istituzioni pubbliche, le forze dell’ordine, l’Usl Umbria 1, la scuola, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, i professionisti specializzati sul fenomeno e il mondo del volontariato”. Al tavolo di stamattina, che ha registrato una vasta partecipazione delle rappresentanze della comunità altotiberina, con tutti i dirigenti scolastici tifernati e la Comunità Educante, tutte le sigle sindacali territoriali e regionali presenti insieme a Confindustria Alto Tevere, al mondo delle professioni, dell’associazionismo e del volontariato, hanno portato un contributo fattivo, con competenze specifiche ed esperienze dirette, la direttrice del Distretto Alto Tevere dell’Usl Umbria 1 Daniela Felicioni e il dirigente medico dell’ospedale di Città di Castello Silvio Pasqui, il dirigente del commissariato di Pubblica Sicurezza di Città di Castello Dario Lemmi e il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Città di Castello Giovanni Palermo. Il dibattito ha fatto emergere i target principali di intervento e la disponibilità di tutti i presenti a rilanciare, con ancor maggiore vigore e capacità innovativa, la sfida per un cambio culturale della società che deve partire dal protagonismo di ogni attore sociale.

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