Nozze d’oro. Era l’8 dicembre del 1973 quando Arnaldo Granci, maestro del legno e “Re” indiscusso del mobile in stile e Veronica Bianconi pronunciarono il fatidico “si” al Santuario di Belvedere. Oggi a distanza di 50 anni quella ricorrenza simbolo di una vita si è ripetuta alla Basilica della Madonna del Transito di Canoscio. Messaggi di felicitazioni dei sindaci di Citta’ di Castello e Apecchio, Luca Secondi e Vittorio Nicolucci
Nozze d’oro. Era l’8 dicembre del 1973 quando Arnaldo Granci, maestro del legno e “Re” indiscusso del mobile in stile e Veronica Bianconi pronunciarono il fatidico “si” al Santuario di Belvedere. Oggi a distanza di 50 anni quella ricorrenza simbolo di una vita si è ripetuta oggi alla Basilica della Madonna del Transito di Canoscio. Nozze d’argento celebrate dal rettore, don Franco Sgoluppi, nel corso di una sentita funzione religiosa alla presenza di familiari ed amici. Unione “inossidabile”, cinquanta anni di vita insieme, come ha sottolineato nell’omelia il rettore della Basilica, che Veronica e Arnaldo hanno trascorso all’insegna dei valori di onestà, laboriosità e amore per la famiglia e le tante persone che gli sono vicine.
Famiglia benvoluta nella comunità tifernate e apecchiese ed apprezzata anche per le numerose iniziative di carattere sociale che li hanno visti fino ad ora protagonisti assieme ai figli Marco e Mirko e i nipoti, Gaia, Viola ed Alessandro. Un traguardo di vita che i sindaci di Citta’ di Castello ed Apecchio, Luca Secondi e Vittorio Nicolucci hanno definito, “un punto di partenza per altri obiettivi altrettanto importanti prima di tutto della vita e poi lavorativi e sociali”. “Le due comunità tifernati ed apecchiese si stringono in un forte abbraccio affettuoso a Veronica e Arnaldo formulando gli auguri più sinceri e sentimenti di riconoscenza e ammirazione per l’esempio che hanno dato sempre”, hanno concluso i sindaci, Secondi e Nicolucci. Anche il Presidente del Consiglio Comunale, Luciano Bacchetta ha espresso le sue più sentite felicitazioni. Arnaldo Granci, originario di Somole (Apecchio) a duecento metri dal confine con il comune di Citta’ di Castello, inizia come dipendente nella falegnameria Giorgeschi di Città di Castello. Nel 1970 costituisce la propria azienda artigiana nel settore artistico del legno.
Da allora la moglie, la signora Veronica Bianconi gli è sempre stata a fianco sostenendolo in famiglia e in azienda. Nel 1975 assume i primi dipendenti: 76 complessivamente i collaboratori che hanno attraversato il percorso dell’azienda di Granci. Sempre nel 1975, Granci, contribuisce alla nascita del Consorzio Smai e sono quelli gli anni in cui l’imprenditore comincia a confrontarsi con l’estero.
L’azienda ha collaborato anche con le Sovrintendenze per le belle arti di Bologna, Ancona e Perugia e ha partecipato al restauro della pinacoteca di Assisi. Ha effettuato numerosi restauri: tra questi Villa Montesca, Tipografia Grifani-Donati, Tela Umbra, Museo delle Tradizioni Popolari di Garavelle. Nel 1995 l’impresa si trasforma in familiare. Granci nel 1992 viene insignito del titolo di Cavaliere e nel 2012 di Ufficiale della Repubblica. E’ stato consigliere Smai per quasi venti anni e presidente del Consorzio dal 1994 al 2006 e della Mostra del Mobile in Stile. Inoltre, è stato consigliere comunale di Città di Castello negli anni 1993 e 1994, presidente dell’associazione ‘Amici di Scalocchio’ dal 1985 al 1995, vicepresidente della polisportiva Tiferno ’90 nella seconda metà degli anni ’90, volontario del Centro di Accoglienza San Giovanni di Giove e presidente del Comitato tifernate ‘L’arte è mobile’.
Assieme all’antiquario, Mario Migliorati e alla funzionaria dell’ufficio commercio, turismo e sviluppo economico, Anna Cagnoni ha ideato la rassegna Retrò, fiore all’occhiello delle manifestazioni tifernati in ambito nazionale.