Maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate alla compagna convivente: arrestato con ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere. Prima denuncia nella ‘Stanza Tutta per Sé’ violenza di genere

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Nei giorni scorsi i militari della Compagnia Carabinieri di Spoleto hanno proceduto all’arresto in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto nei confronti di un uomo del posto per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, consumati nel tempo e descritti in numerosi episodi patiti dalla compagna convivente.

Nel dettaglio la donna lo scorso mese di novembre, dopo l’inaugurazione della “Stanza tutta per sé” presso la Compagnia Carabinieri di Spoleto, a seguito di un grave fatto subìto che ha determinato la necessità di ricorrere alle cure mediche presso l’Ospedale di Spoleto (con l’evidenza di ematomi, edemi alla caviglia e lesioni alla regione frontale e della testa), riusciva a trovare il coraggio finalmente per denunciare, ripercorrendo il vissuto della relazione “malata” con il 50enne.

In sede di denuncia la vittima ripercorreva numerosi eventi, subiti tra il 2022 e il 2023, contraddistinti da violenza fisica e psicologica, mai denunciati sino a quel momento e con l’utilizzo di modalità vessatorie di varia natura. 

L’attività di ricostruzione effettuata dai carabinieri di Spoleto è stata minuziosa e frutto di un’apertura della donna, verosimilmente agevolata dalla presenza di un’ambiente confortevole e diverso rispetto all’ufficio di una caserma dell’Arma, quale la “stanza tutta per se’”, che ha permesso di mettere a suo agio la vittima che, sino a quel momento, non aveva mai raccontato il suo sofferente vissuto a nessuno e soprattutto che non riusciva a capire fino in fondo cosa le stesse realmente succedendo.

Il 50enne maltrattava ripetutamente la propria compagna mediante aggressioni fisiche e psicologiche, svilendola continuamente e andando ad infierire anche sulla sua salute psichica, riducendola in una condizione di estrema fragilità e di dipendenza dal suo carnefice. 

La donna ha sempre cercato di nascondere agli occhi degli amici e dei genitori il calvario che viveva quotidianamente, ritrovandosi in un evidente condizione di paura e amore, mascherando i lividi, fin quando la frequenza e la brutalità delle vessazioni e delle violenze sono aumentate al punto tale da ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. 

Solo in quel momento, venendo a contatto con i Carabinieri, la donna ha trovato il coraggio di denunciare tutti i maltrattamenti che subiva da più di un anno e mezzo. 

L’immediata e tempestiva azione dell’Arma dei Carabinieri, in completa sinergia con la Procura della Repubblica e il Tribunale di Spoleto ha permesso di portare nella Casa di reclusione di Spoleto l’uomo a diposizione dell’A.G..

L’impegno dell’Arma per il contrasto della violenza di genere è quotidiano: inizia dall’attività di prevenzione negli istituti di formazione sensibilizzando le future generazioni, cittadini del domani, e prosegue con azioni di contrasto supportando le vittime di violenza attraverso una vicinanza psicologica posta in essere dal personale dell’Arma specializzata alla trattazione dei codici rossi. Proprio in relazione al livello di attenzione istituzionale riposta sulla specifica tematica lo scorso sabato 25 novembre presso la Compagnia di Spoleto è stata inaugurata “Una stanza tutta per sé”, quale luogo protetto in cui ogni donna vittima di violenza fisica o psicologica è accolta, ascoltata, tutelata e protetta. La stanza, in ascolto delle donne, nasce nell’ambito del progetto del Soroptimist International d’Italia che ha portato ad un formale accordo con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri per la realizzazione di un ambiente protetto per l’audizione della donna che denuncia atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto violento, un’aula dedicata che tende a un approccio meno traumatico con gli investigatori e consente allo stesso tempo di poter incontrare la vittima di tali efferati e gravi reati di per essere sentita utilizzando anche accessi autonomi.

Le persone sottoposte ad indagini preliminari si presumono innocenti.

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