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Amarezza per il mancato ingresso dell’Alta Valle del Tevere tosco-umbra fra le dieci finaliste al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2026

Sassolini Presidente CNA Valtiberina: La consapevolezza di aver avviato una nuova metodologia operativa e di poter “sognare” se il territorio si dimostrerà ancora unito

“Inutile nasconderlo: il dispiacere è tanto, ci siamo rimasti tutti male davanti a una grande opportunità che ci eravamo costruiti. Non pretendevamo di essere i vincitori, ma entrare nelle dieci realtà finaliste era possibile, perché avevamo le carte in piena regola”. Così Livio Sassolini, presidente di Cna Valtiberina, commenta il mancato ingresso dell’Alta Valle del Tevere tosco-umbra nella “top ten” delle candidate al titolo di capitale italiana della cultura 2026.

Ma dall’imprenditore di Anghiari arriva adesso un invito importante: “Mettiamo da parte l’amarezza e iniziamo intanto a essere grati a Luca Ricci, il coordinatore del progetto, che in breve tempo ha messo insieme la candidatura con attori di qualità. Poi, pensiamo a ciò che comunque rimane di questa bella esperienza, al lavoro proficuo che è stato portato avanti e al percorso virtuoso compiuto dalle due parti di un comprensorio che per la prima volta è stato unito e che in forma unitaria e coesa si è posto al di fuori del territorio. Il progetto chiamato “Il Cantico delle Culture” ha dimostrato come si possa sognare in grande se siamo un grande gruppo: sono stati coinvolti istituzioni, associazioni, mondo imprenditoriale e comuni cittadini; abbiamo avviato anche percorsi comunicativi condivisi, per cui vi sono tanti elementi dai quali prendere spunto di concetti “macro” e “micro” che sono in grado di portare a una visione più bella e più competitiva per tutto ciò che un domani potrà servire”.

La conclusione del presidente Sassolini è pertanto scontata: “Non gettiamo alle ortiche il lavoro portato avanti e il metodo adoperato; anzi, proprio perché abbiamo adottato una nuova metodologia, ora dobbiamo stare più uniti che mai: c’è un grande progetto comune al quale risponde la vallata e il bello è che non ripartiamo da zero, perché la fase di rodaggio è già avvenuta e vi sono alle porte grandi prospettive che riescono a racchiudere un’intera comunità”.

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