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Consiglio comunale contro l’ipotesi di accorpamento del Liceo Plinio il Giovane. Il sindaco Secondi: “la nostra presa di posizione per difendere la nostra città e il nostro territorio”

“Abbiamo manifestato in via preventiva e con fermezza la nostra contrarietà all’ipotesi di cancellazione della direzione scolastica del Liceo Plinio il Giovane e di accorpamento dell’istituto che è emersa in sede di conferenza dei servizi sul dimensionamento scolastico, e quindi non era una chiacchiera e tantomeno un abbaglio, per difendere la nostra città e la nostra vallata dal fortissimo e inaccettabile disequilibrio tra territori in Umbria che si creerebbe  con una scelta che consideriamo ingiusta nei confronti del nostro istituto, della nostra città, che nel precedente dimensionamento ha perso tre direzioni, ma anche della nostra vallata, che perderebbe due direzioni considerando anche quella a San Giustino”. E’ quanto ha chiarito in consiglio comunale il sindaco Luca Secondi, esponendo le motivazioni dell’iniziativa assunta nei confronti della Regione sull’ipotesi che il Liceo Plinio il Giovane venisse accorpato in attuazione del piano di dimensionamento per l’anno scolastico 2024-2025. “Una presa di posizione venuta dopo un confronto con l’assessore Paola Agabiti, nella quale ho coinvolto anche l’Ufficio Scolastico Regionale, perché nel caso in cui la Regione non definisse i sei tagli previsti nel piano di dimensionamento, avrebbe potuto essere incaricato con un decreto commissariale di procedere in merito”, ha spiegato Secondi, riferendo in aula della chiamata ricevuta in mattinata dal direttore dell’USR Sergio Repetto a proposito di questo aspetto. “Nella conversazione mi è stato spiegato che questa possibilità esiste, ma un’ipotesi di scuola, perché l’adozione di una simile procedura significherebbe la messa in mora la Regione, visto che il Ministero dovrebbe coinvolgere il prefetto per individuare il soggetto istituzionale chiamato ad assumere funzioni commissariali e decidere, che sarebbe presumibilmente l’USR”, ha spiegato Secondi, evidenziando come “tutto questo comporterebbe diversi mesi, ma soprattutto un fatto politico come la messa in messa in mora che certamente la Regione non vorrebbe”.  Il sindaco ha rimarcato di aver voluto “alzare il livello di attenzione rispetto all’ipotesi di accorpamento del Liceo Plinio il Giovane, dove la dirigenza scolastica è vacante non per un sottodimensionamento degli alunni ma semplicemente perché non c’è stato l’affidamento a un titolare, in previsione della prossima conferenza dei servizi sul dimensionamento scolastico e della decisione che la Regione adotterà con una delibera”. “Il Comune di Città di Castello è stato l’unico a comunicare alla Regione con una nota ufficiale inviata a settembre la propria posizione sul piano di dimensionamento scolastico nel solco di un percorso di confronto condiviso con le dirigenze scolastiche della città”, ha puntualizzato il sindaco, chiarendo che “proprio in quel momento si è aperta la riflessione con il mondo della scuola tifernate su quale tipo di organizzazione ci dobbiamo dare e su quale proposta fare come territorio per mettere in sicurezza tutto il sistema dell’istruzione cittadino”. “Ecco perché vedersi ribaltare completamente quanto chiesto formalmente alla Regione, ovvero di soprassedere ad ogni decisione sulle direzioni scolastiche a Città di Castello per il prossimo anno, ci è apparso non corretto e ingiusto per rispetto di livelli territoriali come il nostro, che in realtà si stanno adoperando proprio per essere propositivi nella futura riorganizzazione scolastica”, ha precisato Secondi. Il primo cittadino ha quindi  testimoniato di aver preso atto favorevolmente sia delle dichiarazioni dell’onorevole Riccardo Augusto Marchetti (Lega), “che con perentorietà ha ribadito l’intangibilità della dirigenza del Liceo Plinio il Giovane”, sia della Provincia di Perugia, che, come ha riferito il consigliere Filippo Schiattelli (Unione Civica Tiferno) nel dibattito, si schiererà contro eventuali accorpamenti. In aula il consigliere Valerio Mancini (Lega), nel ricordare come “anche i recenti eventi negli istituti tifernati per illustrare gli investimenti attraverso il PNRR abbiano messo in evidenza una capacità dei dirigenti scolastici di questo territorio di fare formazione e programmazione che è ampiamente qualificata e soddisfacente”, ha ammonito a “non accettare l’andazzo in atto un po’ in tutt’Italia di depotenziare uno degli assi fondamentali della democrazia, che è la scuola, con tagli che da Roma vengono imposti per tutto, salvo poi trovare soldi per quello che si vuole ”. “Ridurre le offerte formative in territori significativi, qualunque essi siano, non è utile all’Italia e non è utile tantomeno a Città di Castello”, ha sostenuto il rappresentante della minoranza, rimarcando che “al Liceo Plinio il Giovane, come ha ricordato il sindaco, c’è una reggenza non perché non ci siano i numeri, ma perché nessuno partecipa e ci dobbiamo domandare perché oggi è difficile che certi ruoli vengano ricoperti da figure professionali”. “E’ inaccettabile – ha aggiunto Mancini – che questo territorio debba subire due tagli, un terzo del totale: questo è un territorio sveglio, che non deve essere penalizzato, quindi ha fatto bene il sindaco e lo ringrazio anche per la per il garbato comunicato che ha fatto, rispetto ad altri, per porre il problema della difesa di questo territorio basata sui numeri”.  “Se decide la politica, questo territorio ha già deciso che il nostro liceo storico, che ha i numeri, deve rimanere così com’è”, ha concluso il consigliere della Lega. A prendere la parola è stata quindi la consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia), che ha ribattuto al consigliere Mancini: “avendo partecipato praticamente negli ultimi vent’anni a tutte le battaglie contro il dimensionamento e i successivi tagli, posso dire che se il governo attuale avesse voluto dare un segno di discontinuità avrebbe potuto tranquillamente modificare i contenuti dei decreti sul dimensionamento”. “Questi parametri non vanno bene, perché uniformano il territorio italiano ai parametri dei grandi centri urbani, una cosa inaccettabile: questi indicatori puramente numerici non solo hanno stancato, ma rendono problematica la gestione del sistema”, ha affermato Arcaleni, che ha aggiunto: “la scuola italiana non è solo numeri, quindi è venuto il momento di modificarli quei decreti, che hanno imposto dei tagli successivi alla scuola pubblica”.  L’esponente della minoranza ha quindi ricordato che “i piani di dimensionamento devono passare per le comunità, con una genesi dal basso, che poi approdi in Provincia e in Regione”. “Questo processo partecipativo invece non c’è stato, quindi è giusto non accettare questa ipotesi di taglio calata dall’alto”, ha detto Arcaleni, che ha riconosciuto come “il nostro Liceo abbia comunque bisogno di una valorizzazione, che nel tempo a mio avviso non è stata sufficientemente fatta per quanto riguarda la quantità, non la qualità, dei corsi di varie tipologie che devono essere autorizzati, ma prima richiesti e quindi anche difesi”.  A condividere la necessità di rispettare processi dal basso nelle scelte sul dimensionamento, “che una volta partivano dalle conferenze territoriali a cui partecipavano i consiglieri provinciali per poi sfociare in una delibera della Provincia, che solitamente il consiglio regionale ratificava”, è stato  anche il consigliere Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica), che ha ammonito: “se oggi non ci sono le condizioni per tagliare la direzione scolastica del Liceo, non è detto che queste non ci siano domani”.  “Se i parametri numerici, giusti o sbagliati che siano, esistono e si verificheranno concretamente l’anno prossimo, poi  difficilmente ci si potrà salvare”, ha continuato il rappresentante della minoranza, osservando che “se ci saranno numeri inferiori sarà  per l’attuale stato del Liceo Plinio il Giovane, che è ormai una scuola diffusa, che rischia di non essere attrattiva per i nostri figli se devono fare una lezione in una via, una lezione in un’altra, oppure una sezione sta da una parte e un’altra altrove e, in conclusione, non esiste una comunità scolastica”.  “Perché il Liceo Plinio il Giovane rientri nella sua sede ci vorranno due anni scolastici minimo,  quindi il rischio che nei prossimi due anni il numero degli iscritti venga meno per la scarsa attrattività esiste, ecco perché  – ha chiarito Lignani Marchesani – bisogna fare in modo che l’iniziativa politica a tutti i livelli sia rivolta a trovare una sistemazione provvisoria monocentrica, perché altrimenti il pericolo che crollino i numeri è concreto”. Di ritorno dal consiglio provinciale del mattino, Filippo Schiattelli (Unione Civica Tiferno) ha parlato di “ipotesi di fusioni e accorpamenti che, per quanto ho avuto modo di verificare, non sono realistiche”.  “Raccomando pertanto la massima prudenza”, ha fatto presente il consigliere di minoranza, preannunciando al sindaco che la presidente Stefania Proietti l’avrebbe contattato per aggiornamenti sulla linea della Provincia, “che – ha detto – è proprio quella di evitare allarmismi, di evitare azioni imprevedibili che vanno a nocumento del nostro territorio, fino a schierarsi compatta e unita contro eventuali accorpamenti”. “Semmai – ha osservato Schiattelli – se ne riparlerà il prossimo anno, ma guardando al Liceo Plinio il Giovane, sono i numeri stessi a dire che il nostro istituto non verrà accorpato, perché le iscrizioni sono sopra quota 500”. “Faremo di certo tutto il possibile per difendere una tradizione scolastica locale di grande eccellenza, che è interesse di tutti, sia a livelli superiori, che inferiori, tutelare”.

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