I Carabinieri della Stazione di Trestina, a conclusione di un’articolata indagine, nei giorni scorsi hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Perugia, due 50enni residenti in Calabria, per l’ipotesi di reato di truffa in concorso.
L’attività posta in essere dai militari prendeva origine dalla denuncia presentata da un tifernate nel mese di novembre, che interessato all’acquisto di una scala da trasloco, si collegava ad una nota piattaforma internet nella quale una società specializzata del settore, ne pubblicizzava la vendita a prezzo considerato vantaggioso.
Dopo i preliminari contatti telefonici e “WhatsApp”, e dopo le debite rassicurazioni fornite dal venditore circa le tempistiche di consegna, la garanzia del prodotto, il feedback dell’azienda, le parti perfezionavano la trattiva di compravendita che si concludeva con un bonifico di €uro 4636,00 su conto bancario intestato alla citata azienda.
Trascorsi alcuni giorni e non avendo avuto più alcuna notizia circa la consegna della merce, il tifernate tentava di mettersi in contatto con il venditore con esito negativo, vedendosi costretto a rivolgersi all’aiuto dell’Arma territoriale.
I primi accertamenti esperiti dagli inquirenti, permettevano di acclarare che il c/c destinatario del bonifico, non fosse intestato ad una società di rivendita specializzata, ma ad un unico soggetto di origini calabresi.
Ulteriori indagini sulla società di rivendita, permettevano peraltro di constatare che la ragione sociale fornita dal venditore ed in canali pubblicizzati dalla medesima, appartenessero ad una ditta toscana, il cui amministratore delegato, ignaro della vicenda in argomento, ma a conoscenza di pregresse e numerose manovre tramate ai propri danni, aveva già depositato una denuncia querela alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale.
Anche la numerazione telefonica fornita per mantenere i contatti con la vittima, risultava intestata ad altro soggetto calabrese il quale aveva collezionato più di 50 truffe, con lo stesso modus operandi ai danni altrettanto cittadini.
La vicenda si concludeva quindi con l’identificazione degli autori del reato ed il loro deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, con la possibilità per il malcapitato tifernate di rivalersi sugli autori del reato e di riottenere il maltolto.
L’episodio pone in evidenza il costante impegno dell’Arma territoriale a contrasto della criminalità e a supporto della cittadinanza, ma pone altresì l’accento sul dilagare fenomeno delle truffe via internet delle quali sempre più cittadini restano vittime, alle quali sarebbe auspicato effettuare i dovuti accertamenti prima di procedere a pagamenti di somme ingenti per acquisti in rete.