Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità dei presenti la mozione della consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione), emendata dalla consigliera Rosanna Sabba (Lista Civica Luca Secondi Sindaco), per impegnare il sindaco Luca Secondi e la giunta comunale a “sollecitare fortemente la Regione dell’Umbria e i suoi organi di governo al fine di estendere lo screening per la diagnosi precoce del tumore della mammella a tutte le donne residenti nel territorio regionale al compimento dei 45 anni di età, così come già avviene in molte regioni italiane, e di prevedere nel tempo l’introduzione lo screening con l’impronta digitale”. La consigliera Bassini ha presentato la mozione ricordando di aver aperto nel 1990 il reparto di Senologia dell’ospedale tifernate e auspicando che “questo consiglio comunale possa in qualche modo farsi promotore dell’inserimento da parte della Regione Umbria delle donne dai 45 anni d’età, anziché 50 anni, nel percorso dello screening mammario con chiamata attiva”. “In Umbria – ha evidenziato l’esponente della minoranza – il carcinoma della mammella è infatti il tumore più frequente nel sesso femminile e, rappresentando il 23,4 per cento di tutte le neoplasie femminili, resta la prima causa di morte per tumore con il 13,5 per cento di tutte le morti per neoplasia”. “Tuttavia, accanto ad un aumento dell’incidenza, si registra una riduzione della mortalità, attribuibile in primo luogo ai progressi terapeutici e alla diagnosi precoce, che hanno innalzato la percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi fino all’86 per cento in Umbria”, ha fatto presente Bassini, ricordando che “la Regione Umbria, nell’ottica di prevenire tale patologia, già nel 2007 ha avviato lo screening per la diagnosi precoce del carcinoma della mammella, garantendo una mammografia biennale a tutte le donne tra i 50 e i 69 anni”. “A partire dal 2016, lo screening mammografico biennale è stato esteso alle donne fino a 74 anni di età e ultimamente è stato anche attivato un percorso preferenziale, per donne sintomatiche o con familiarità, dai 45 ai 49 anni di età”, ha precisato la consigliera, osservando comunque: “capite bene che quando una donna è sintomatica a quel punto diventa più complicato lo screening e non svolge più il proprio ruolo”. “Ecco perché – ha concluso Bassini – nel riconoscere tuttavia alla Regione dell’Umbria di avere fatto un passo avanti, si chiede un ulteriore sforzo per fare quello che già esiste in tante regioni italiane, come l’Emilia Romagna, la Lombardia, la Toscana, il Friuli, Venezia Giulia”. Nel dichiarare la condivisione del gruppo consiliare degli obiettivi della mozione, la consigliera Elda Rossi (FDI), ha evidenziato come la proposta recepisca le linee guida europee per lo screening e diagnosi del tumore della mammella che sono state redatte recentemente e che sono state adottate dall’Istituto Superiore di Sanità. “Se pensiamo che attualmente circa l’80 per cento delle pazienti con tumore mammario, se sono correttamente e precocemente trattate, ha la possibilità di una sopravvivenza oltre i dieci anni dalla prima diagnosi, capiamo l’importanza della prevenzione”, ha osservato Rossi, riferendo del dibattito attualmente in atto alla Camera dei Deputati, “dove – ha detto – l’onorevole tifernate Catia Polidori è firmataria insieme a FDI di una mozione proprio sulla prevenzione dei tumori della mammella”. La consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) ha portato all’attenzione dell’assemblea il fatto che “nelle donne dai 45 ai 49 anni ci sia un’incidenza tumorale del 2,4 per cento, apparentemente bassa rispetto all’incidenza tra 50 e 69 anni, che è del 5,5 per cento, ma una maggiore aggressività della malattia”. “Ecco perché – ha aggiunto – la presenza di uno screening mammario sarebbe assolutamente più efficace ed ecco perché abbiamo bisogno che la Regione si impegni ad attivare questo tipo di screening”. In questo contesto Aracleni ha fatto appello alle forze politiche rappresentate in consiglio comunale perché si impegnino a “far ripartire il registro dei tumori regionali, che questa Regione da circa quattro anni e mezzo non ha riattivato in maniera continuativa”. La consigliera Rosanna Sabba (Lista Civica Luca Secondi Sindaco) è intervenuta per proporre di “abbassare lo screening a 40 anni di età, perché il 20 per cento delle persone colpite ha meno di 40 anni e quindi servirebbe un maggior monitoraggio” e di “inserire anche la nuova forma di screening fatta con l’impronta digitale, perché costa notevolmente di meno, è meno impattante ed è più rapida per evidenziare il problema del tumore al seno”, chiedendo alla consigliera Bassini di integrare la mozione. Sottolineando di condividere sia la mozione della consigliera Bassini, che le proposte di modifica della consigliera Sabba, la consigliera Maria Grazia Giorgi (PD) ha sostenuto “la necessità che il reparto di Senologia dell’ospedale di Città di Castello rimanga un centro primario, quindi un Hub, e non una Spoke, cioè un centro secondario”. Condividendo gli obiettivi della mozione, la consigliera Monia Paradisi (PD) ha evidenziato come “il problema dell’incidenza del tumore alla mammella che riguarda le donne si riverberi su tutta la società, perché coinvolge famiglie intere, quindi è fondamentale cercare di prevenirlo quanto più possibile”. “Anche io sarei d’accordo di chiedere una piccola variazione del dispositivo della mozione per abbassare a 40 anni l’età per accedere allo screening”, ha aggiunto Paradisi. Il consigliere Valerio Mancini (Lega) è intervenuto per precisare “il registro dei tumori dopo la pausa di sospensione che è avvenuta prima dell’arrivo della giunta Tesei per carenza di finanziamenti è stato riattivato con un investimento di circa 500 mila euro a partire dal 2021”. “Quindi il registro dei tumori esiste e funziona”, ha rimarcato l’esponente della minoranza, che ha condiviso la necessità di potenziare lo screening del tumore alla mammella, “che è una delle neoplasie che complica di più la qualità della vita delle persone”, chiedendo di modificare il dispositivo della mozione con i corretti dati sul registro dei tumori. In sede di replica, la consigliera Bassini ha accolto la proposta della consigliera Sabba di integrare la mozione prevedendo l’introduzione dello screening attraverso l’impronta digitale, ma non ha accettato di abbassare a 40 anni la soglia per l’avvio dello screening, facendo presente che “la mammella a quell’età è ancora molto giovane, quindi difficilmente viene proposta una mammografia, ma a volte vengono fatte delle ecografie, proprio per motivi tecnici e medici”. “Inoltre in tutte le linee guide attuali si parla di 45 anni”, ha aggiunto la consigliera, che ha ritenuto “più opportuno preparare un altro atto sul registro dei tumori che interessa tutti, piuttosto che integrare questa mozione”.
Screening alla mammella a tutte le donne che abbiano compiuto 45 anni, il consiglio comunale approva all’unanimità la mozione presentata dalla consigliera Bassini (Gruppo Misto-Azione)
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