“Sono il presidente di una piccola società sportiva, la Volley Revolution, abbiamo come obbiettivo proporre e promuovere sport, senza limiti di età” queste le prime parole di Valerio Giunti, che ci spiega il progetto, la mission del”associazione. “Il nostro progetto è diviso in due parti per i più piccoli, da tre anni in avanti, partiamo con un’approccio basato sulle fiabe motorie, per i più grandi lunghe ed interessanti camminate un gruppo che cresce, al cui interno sono presenti persone anche di 70 anni, che vengono con noi e si divertono. Parlando nello specifico dell’attività con i bambini la tendenza, secondo me sbagliata, è quella di indirizzare i propri figli precocemente verso un’attività specifica. Che sia basket, pallavolo, calcio, atletica e quant’altro, nulla cambia. Serve sapere in realtà che a quell’età è difficile coinvolgerli in attività sportive, risulta utile invece, spostare la loro attenzione verso un tipo di approccio ludico e motorio, così tutto è più semplice” prosegue Giunti “si possono fare le stesse cose attraverso degli schemi motori semplificati, questo, per loro, risulta certamente molto più divertente.
All’inizio del percorso i dubbi, principalmente venivano sollevati dai genitori, ma di fatto, dopo poche settimane devo dire che sono mostrati entusiasti. Prima li potevi trovate in palestra, fino al termine degli allenamenti, ora li vedo più sereni, portano i bimbi e tornano a riprenderli alla fine delle attività. Da parte dei nostri piccoli atleti invece tanto entusiasmo, hanno i loro tempi di scarico durante la lezione e tornano a casa davvero felici, questo ci da la percezione che si divertono e apprezzano il nostro lavoro. Cerchiamo di coinvolgerli facendogli scegliere la storia del mercoledì dopo, chiedendo loro di portare e di costruirsi la maschera legata a ad un personaggio dei fumetti e di travestirsi. L’obbiettivo” conclude Valerio Giunti ” è quello di unire fantasia, sport e divertimento inerendoli un unico contenitore, approccio questo che porto avanti anche nelle scuole. Ad esempio a Pieve Santo Stefano, lo scorso anno, con bambini di prima e seconda elementare ha funzionato, perchè evita di avere lo stress legato allo sport, che di fatto si riduce al gesto tecnico e al punteggio, questioni che magari da piccoli non aiutano a far sì he mantengano alta la giusta concentrazione”.