Accoglienza, pellegrinaggi e turismo religioso sono stati gli argomenti toccati nella conferenza stampa che si è tenuta venerdì 23 febbraio alle ore 11 nella sala Santo Stefano del Palazzo Vescovile. Ne hanno parlato il vescovo di Città di Castello e Gubbio, Luciano Paolucci Bedini e Angelica Lombardo presidentessa dell’ Associazione “Le Rose di Gerico”. L’associazione, impegnata da anni nel settore del turismo religioso ha recentemente firmato con la Diocesi tifernate una convenzione che formalizza la collaborazione. I pellegrini dei Cammini francescani accolti nel 2023 dentro le mura della città sono stati 1.117, dei quali 258 provenienti da paesi stranieri (27 nazioni). Quelli che sono entrati nella chiesa di San Francesco per apporre il timbro e lasciare una firma, sono 2.065.
La presentazione delle statistiche di accoglienza e ospitalità dei pellegrini sui cammini francescani nel territorio tifernate, è stata lo spunto per una riflessione più ampia che ha coinvolto istituzioni, associazioni e strutture ricettive. Il vescovo, commentando i dati dell’accoglienza, ha voluto sottolineare che “la presenza di due sante così importanti, santa Veronica Giuliani e santa Margherita produce spontaneamente un flusso di pellegrinaggi. Questo deve farci riflettere sulle necessità di questi gruppi e sui servizi che la città può offrire”. Dall’incontro emerge con evidenza l’importanza di questo settore, che nei prossimi anni, segnati da cruciali appuntamenti per il turismo religioso, dovrà impegnarsi per offrire servizi, sostegno e supporto a tutti colore che vorranno vivere l’esperienza dei cammini e dei pellegrinaggi. Durante la conferenza è stato presentato il timbro del pellegrino e il materiale informativo (depliant e totem) realizzati per commemorare gli 800 anni dalle stimmate di san Francesco, che verranno messi a disposizione nella chiesa a lui dedicata. Angelica Lombardo spiega che “la stampa del materiale è stata fatta con l’intento di aiutare il pellegrino a conoscere la storia delle stimmate di san Francesco. L’obbiettivo è sempre quello di far sentire accolto il pellegrino, che tornerà in quei luoghi nei quali si è sentito a casa. Ed è questa la fondamentale differenza tra il turista e il pellegrino.”