Purtroppo Città di Castello sconta un grave ritardo nei servizi al turismo, dunque la tassa oggi può essere un boomerang
L’introduzione annunciata della tassa di soggiorno da parte dell’attuale amministrazione, cozza parecchio con la realtà attuale dei servizi che Città di Castello offre al turista.
Richiamare il fatto che tale tassa sia presente in quasi tutti i Comuni umbri, non è di certo sufficiente a giustificarla, perché nel contempo servirebbe confrontare anche il resto, cioè i servizi che le altre città offrono e che qui non ci sono. Prima di far pagare i turisti serve rendere questa città capace di offrire servizi turistici adeguati, mentre ancora non si conosce il progetto di realizzazione dei bagni pubblici, né le tempistiche: senza la collaborazione, non sempre continuativa, di tutti i bar del centro città, un turista si trova a girovagare nei giorni di festa senza alcuna indicazione utile. In questo momento, la situazione dei parcheggi è quanto meno deficitaria e caotica, non solo per le auto, ma in particolar modo per le postazioni dedicate agli autobus turistici.
A questi, come ai turisti singoli, quale accoglienza riserva la città? Urge implementare i servizi informativi, con uffici con apertura continuativa, specie nei periodi clou, con disponibilità di servizi multilingue, installazioni informative digitali, ripristinare almeno qualche fontanella d’acqua pubblica, migliorare la segnaletica.
Vero, siamo uno dei Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche e possiamo istituire un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive, fino a 5 euro per notte di soggiorno. Ma siamo sicuri che proporla già a partire da luglio 2024, non sia un boomerang che si ritorcerà contro? Per un gettito annuale stimato in soli 150.000€, questa scelta rischia di allontanare anche quei turisti che arrivano, superando le gravi carenze infrastrutturali di collegamento. La tassa avrebbe un senso se contestualmente si presentasse prima almeno un progetto concreto da realizzare con essa, di reale servizio alla città e al turista, che potrebbe pure essere coinvolto, informandolo e ringraziandolo puntualmente per il contributo.
Non solo, l’esenzione prevista solo fino ai 12 anni è decisamente sbagliata, come è gravemente insufficiente aver previsto l’applicazione ridotta del 50% nei confronti dei gruppi scolastici in visita didattica o dei loro accompagnatori. Come non si capisce la ratio dello stesso sconto del 50% per gli sportivi di età inferiore a 16 anni, partecipanti a iniziative e tornei organizzati in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.
Queste categorie vanno trattate tutte allo stesso modo senza differenziazioni di età : vanno esentate, come tutti i minori.
Ci vuole rispetto, per i cittadini come per i turisti, che non sono polli da spennare, quanto risorsa e ricchezza anche per il tessuto commerciale e ricettivo, ma soprattutto persone che devono trovare vera accoglienza per innamorarsi della nostra bella città, per tornarci e fare la migliore pubblicità, quella che non si può comprare: la buona reputazione.