Pasqua e “pasquetta” all’insegna dell’arte, della cultura e della tradizione gastronomica, fra la Pinacoteca comunale ed il Centro delle Tradizioni Popolari di Garavelle

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Pasqua e “pasquetta” all’insegna dell’arte, della cultura e della tradizione gastronomica, fra la Pinacoteca comunale ed il Centro delle Tradizioni Popolari di Garavelle: un tour apprezzato da turisti e visitatori. Alla Pinacoteca, secondo museo regionale per importanza dopo la Galleria Nazionale dell’Umbria, fin dall’apertura al pubblico nel giorno di Pasqua e poi oggi Lunedi dell’Angelo, famiglie con bambini in particolare hanno partecipato all’inedita iniziativa, “caccia al dettaglio”, un gioco divertente per i più piccoli che arrivano al museo per  osservare i particolari delle opere di Signorelli e Raffaello, permettendo di comprenderne meglio il messaggio artistico.

All’entrata dopo aver ricevuto un taccuino è iniziata la ricerca. La collezione d’opere conservate nella Pinacoteca tifernate è, per importanza, seconda in Umbria soltanto alla Galleria Nazionale di Perugia. Tra le più famose, lo Stendardo della Santissima Trinità di Raffaello e il martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli. I piccoli “Sherlock Holmes” dell’arte, taccuino alla mano e matita, hanno indicato ogni particolare richiesto dal questionario illustrato che gli è stato consegnato dalle operatrici museali della Cooperativa “Poliedro” che li hanno accompagnati nel tour fra le stanze e sezioni del Palazzo dei Vitelli. A giudicare dall’entusiasmo dei bambini e dalla soddisfazione dei genitori l’iniziativa ha fatto centro sia a Pasqua che a “pasquetta”.

Dalla Pinacoteca al vicino museo etnografico delle tradizioni popolari di Garavelle, (giunto al compleanno dei settanta anni di attività) per un’altra gettonata iniziativa che ha riscosso tanti consensi grazie anche alla possibilità di fare piccoli assaggi della colazione tipica di Pasqua e visitare una casa contadina del 1800. Il Centro delle Tradizioni Popolari di Garavelle dedicato a Livio della Ragione è stato istituito per volontà della Regione Umbria nel 1974 per la salvaguardia della cultura popolare e dell’artigianato. Questo Centro rappresenta uno spaccato di vita contadina dove tutti gli oggetti e gli strumenti, collocati nel luogo dove erano generalmente usati, rivivono la loro “storia”.

Al piano terra, oltre alla bottega del fabbro, con un bellissimo mantice in cuoio, vi sono le stalle con tutti gli strumenti che servivano per la cura degli animali, la cantina con i torchi in legno di diversi periodi ed il locale adibito a frantoio con il torchio e la macina in pietra.

Al piano superiore si trova la grande cucina con il focolare e gli oggetti di uso quotidiano, la camera da letto con gli immancabili comodini ai lati e con i santini devozionali appesi alle pareti; mentre nella grande soffitta sono stati raccolti tutti gli attrezzi necessari alla cernita e alla raccolta dei cereali, oltre ai telai indispensabili per l’abbigliamento della famiglia. Questo museo etnografico restituisce una precisa immagine delle condizioni sociali di vita del passato e tutto rivive secondo la tradizione popolare.

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