Non ci sono questioni personali dietro alla nostra scelta di non accogliere il simbolo di Italia Viva all’interno del “Patto Avanti” e tra i nostri interlocutori politici. Mi dispiace essere costretto a dover rispondere al segretario regionale di Italia Viva, Massimo Gnagnarini, dopo essere stato chiamato in causa. Ritengo, però, che questa possa essere un’occasione importante di chiarimento pubblico.
Il Movimento Cinque Stelle in Umbria non andrà in alleanza con le destre. Tre anni fa il 90% degli iscritti, approvando il nuovo statuto, ha confermato convintamente una linea che ci ha posto all’interno di un perimetro valoriale progressista, ambientalista e innovatore della società. Identità che per quelli come me era già limpida nei valori fondanti della Carta di Firenze e del programma originario. Non ci sono spazi di fraintendimenti o ambiguità e i 15 punti del “Patto Avanti” sono scolpiti a memoria di tutti.
Italia Viva è alleata della destra a Perugia, non solo alle amministrative ma anche in Regione. La coordinatrice comunale del Partito, Emanuela Mori, ha ribadito il pieno sostegno alla candidata di estrema destra, Margherita Scoccia, attuale assessora di Fratelli d’Italia. Lo ha fatto smentendo le dichiarazioni dello stesso segretario regionale. Il consigliere regionale di Italia Viva, Andrea Fora (così indicato nel sito nazionale e dichiarato dal leader Matteo Renzi), non solo ha anche lui dichiarato il pieno sostegno a Fratelli d’Italia a Perugia, ma ha votato favorevolmente al Piano dei rifiuti, alla realizzazione del nuovo inceneritore e si è astenuto sul bilancio regionale. Un’alleanza che può essere definita ormai strutturale.
Il Movimento Cinque Stelle non intende in alcun modo accettare doppi o tripli forni. Non siamo donne e uomini per tutte le stagioni e non possiamo pensare di andare in alleanza a Foligno come se nulla accadesse a Perugia. Questa è la differenza sostanziale tra il “campo largo” e il “campo giusto”. Ragionamento che vale, non solo per Italia Viva, ma per tutte le forze politiche che intendono improntare con noi un confronto e un dialogo politico. È assolutamente necessario inoltre chiarire che da parte nostra non è arrivato nessun veto come accaduto ad esempio nel 2023 a Corciano. Laddove, come nei comuni del Trasimeno dove la presenza del simbolo di Italia Viva o di altre forze alleate con la destra è stata ritenuta imprescindibile dai candidati sindaco, siamo stati noi ad uscire prontamente dal tavolo di coalizione. Cosa che faremo in ogni altro comune ed anche in regione se questo dovesse accadere.
Ritengo imbarazzante, infine, insultare il Movimento Cinque Stelle mentre contestualmente gli si chiede un’alleanza. D’altronde cosa aspettarsi da una forza politica che ha mandato a casa il governo più progressista degli ultimi trent’anni, destabilizzando il paese in piena pandemia? Consigliamo caldamente un po’ di coerenza. Autonomia non è sinonimo di trasformismo e i nostri sindaci hanno ben chiaro che la visione del mondo dei cittadini che li hanno votati non è compatibile con la politica nera della destra in Umbria.