“Che conseguenze avranno i tagli del Governo sui servizi per l’infanzia che eroga il Comune di Città di Castello?”: interrogazione della consigliera Rosanna Sabba (Lista Civica Luca Secondi Sindaco)

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La capogruppo della Lista Civica Luca Secondi Sindaco Rosanna Sabba chiede di capire con una interrogazione quali saranno le conseguenze dei tagli del Governo sui servizi del sistema integrato di educazione e istruzione nella fascia 0-6 che eroga il Comune di Città di Castello. Nel far presente che “il nostro comune accoglie nei 5 asili nido e nelle 11 scuole materne presenti nel proprio territorio oltre 1.000 bambini” e che “la spesa per il servizio a domanda individuale è già coperta con risorse a carico del bilancio comunale per circa il 50 per cento”, la consigliera rende noto che “per l’anno 2024 il contributo statale destinato alla Regione Umbria è stato ridotto a 3.018.259 euro e che, con delibera della giunta regionale n.214 del 13 marzo 2024, per l’anno finanziario 2024 al Comune di Città di Castello sono state assegnate risorse di soli 129.511 euro, con un taglio assoluto di 55.213 euro rispetto al biennio precedente, pari a circa il 30 per cento rispetto al trend storico”. “Con il Fondo Nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6, che ogni anno mette a disposizione risorse finanziarie statali che le Regioni, attraverso la loro programmazione, destinano agli enti locali sia per interventi sulle strutture e attrezzatture, sia per il finanziamento di spese di gestione delle scuole e dei servizi educativi per l’infanzia, al fine di accogliere i bambini in luoghi ben attrezzati e sicuri, e contenere i costi per le famiglie – rimarca Sabba – negli anni dal 2020 al 2023 alla Regione Umbria lo Stato aveva, invece, assegnato risorse annue pari a 3.947.701 euro. “A seguito di riparto della giunta regionale – puntualizza la rappresentante della Lista Civica Luca Secondi Sindaco – al Comune di Città di Castello erano stati assegnati per l’anno 2020, 190.712 euro; per l’anno 2021, 176.616 euro; per il 2022, 184.724 euro; per il 2023, 184.724 euro”. “Che futuro si prospetta per tale servizio fondamentale per l’infanzia e per le famiglie che si trovano a conciliare l’attività lavorativa con la crescita dei propri figli?”, domanda quindi Sabba, che intende comprendere “se e come sarà possibile mantenere tutti i servizi fino ad ora erogati con gli stessi standard qualitativi e con gli stessi oneri a carico delle famiglie”.

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