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Il territorio di Monte Ruperto nel Piano regolatore di Città di Castello

Dal punto di vista geografico la Baronia confina con i comuni di Apecchio e Sant’Angelo in Vado e quindi oltre ad essere un parte di Umbria nelle Marche è anche un pezzo della Provincia di Perugia ubicato in quella di Pesaro e Urbino. Ha un’estensione di meno di tre chilometri quadrati e nessun abitante. All’interno del territorio, costituito da boschi e mulattiere, si va da un’altitudine minima di 412 metri sul livello del mare fino ad una massima di 727. Il Candigliano, affluente del Metauro, delimita la parte settentrionale di confine dell’exclave. Sono presenti alcuni ruderi di case, alcuni riconoscibili, altri devastati pure dal furto di pietre. In loco non c’è alcuna cartellonistica stradale o legata alle zone di caccia che faccia comprendere che si sta passando da una regione all’altra. Il Piano regolatore di Città di Castello identifica tracce di edifici denominati Monte Ruperto, Chibondi, Calcineto, Caifarini e San Donato.

Un’ulteriore località composta da un solo edificio, Pierpaoli, sembrerebbe appena oltre la linea di confine. Dal punto di vista teorico i vecchi edifici potrebbero essere recuperati e restaurati, quindi sarebbe tecnicamente possibile riportare abitanti in questo particolare territorio. L’unica via di comunicazione che attraversa una piccola parte della Baronia porta a più di un agriturismo situato nella parte marchigiana della valle del Candigliano. La bellezza del territorio e la sua tranquillità potrebbero far pensare alla possibilità di sviluppo di attività turistiche umbre anche sulla sponda destra del fiume. Ma se esiste una strada per arrivare a Monte Ruperto, comunque mancherebbero tutte le infrastrutture per rendere abitabile il territorio.

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