940mila euro per l’adeguamento sismico della Pieve di San Pancrazio a Sestino

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Nei giorni scorsi, il Ministero della Cultura ha dato notizia di aver stanziato ulteriori 129 milioni di euro, tratti dalle risorse del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), per il restauro e la messa in sicurezza sismica di edifici di culto, portando così a circa 374 milioni di euro l’ammontare complessivo dei contributi erogati per tali interventi da giugno 2022: fra questi, nell’ultimo stanziamento, 940mila euro sono stati destinati all’adeguamento sismico della Pieve di San Pancrazio a Sestino, nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

Della struttura originaria di quell’antica chiesa – edificata fra il IX e il X secolo – resta oggi soltanto la cripta: nel corso dei secoli, infatti, l’edificio ha subito numerosi interventi di restauro e rimaneggiamento, spesso in conseguenza di terremoti, il più grave dei quali, avvenuto il 3 giugno 1781, richiese la sostanziale ricostruzione della chiesa da parte del granduca Pietro Leopoldo I.

Per lungo tempo Pieve ha fatto parte della diocesi di Montefeltro; nel corso del XV secolo assunse giurisdizione ecclesiastica autonoma come nullius diocesis, conservata fino al 1779, quando il granduca di Toscana favorì l’unione del territorio della Pieve di Sestino, che raccoglieva circa 22 “popoli” e parrocchie, alla diocesi di Sansepolcro; dal 1986, è parte della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

Anche nel corso del ‘900, eventi sismici hanno compromesso l’antica Pieve e costretto a numerosi restauri: da ultimo, i terremoti del 1997 e del 2001 hanno nuovamente richiesto interventi di consolidamento della struttura che, tuttavia, specie dopo il sisma del 2001, necessita ancora di opere di miglioramento sismico con interventi alle fondazioni, alla chiesa, alla canonica, nonché lavori di restauro conservativo alle mura in pietra dell’abside duecentesca, agli intonaci, alle tinteggiature, alla scala di ingresso della canonica, alla pavimentazione esterna antistante i locali della canonica e alla regimazione delle acque meteoriche.

Per queste ragioni, nell’autunno dello scorso anno, l’Ufficio beni culturali della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha inoltrato al Ministero della Cultura, per il tramite della Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo, un’approfondita relazione con la richiesta di finanziamento dei lavori di consolidamento e di restauro, da tempo auspicati dalla comunità civile e religiosa di Sestino.

«Siamo davvero grati al Ministero, nelle sue articolazioni centrali e territoriali, per questo importante contributo – il più ingente fra quelli destinati, con quest’ultimo provvedimento, a sette edifici di culto della Toscana – e a tutti coloro che hanno reso possibile un risultato del genere che ci consentirà di mettere in sicurezza e di restaurare l’insigne Pieve di Sestino», ha dichiarato il vescovo monsignor Andrea Migliavacca.

«Quell’antica chiesa», ha proseguito il Vescovo, «costituisce da più di mille anni il cuore della vita liturgica delle comunità cristiane che hanno vissuto e vivono ancora a cavallo delle valli del Marecchia, del Foglia e del Metauro, ricalcando abbastanza fedelmente i confini dell’antico municipio romano di Sestino; nelle diverse occasioni in cui ho avuto modo di recarmi a Sestino e di incontrarne la gente, ho avvertito il carico di storia e di memoria rappresentato dalla Pieve di San Pancrazio, come pure la dedizione e la cura che quella comunità le riservano; per questo, sono davvero lieto che possano avviarsi presto i programmati interventi di consolidamento sismico e di restauro».

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