Primo Piano Notizie

Festa di San Vicenzo Ferreri: circa 200 persone sfidano il caldo torrido, per celebrare il patrono delle campagne e degli agricoltori

In tanti circa 200 persone, ieri pomeriggio, hanno sfidato il caldo torrido per partecipare alla festa di San Vicenzo Ferreri protettore delle campagne e degli agricoltori presso la suggestiva e antica Pieve di Cagnano sulle colline altotiberine al confine fra Umbria e Toscana. Una secolare tradizione con tanto di processione, preghiere e raccoglimento per chiedere anche l’intercessione divina e concreta per le attività legate alla agricoltura.

La celebrazione in onore di San Vincenzo (patrono degli agricoltori e dei muratori) nell’antica pieve, ora chiesa ricostruita e restaurata dall’Istituto Diocesano dopo i terremoti che si sono succeduti nella storia, si è trasformata ancora una volta in una vera e propria festa internazionale con persone di diverse nazionalità e provenienza che si sono ritrovate a Cagnano. Gente del luogo, ex turisti inglesi, belgi e olandesi che hanno acquistato e rimesso a posto ruderi e case coloniche, amministratori pubblici, il sindaco Luca Secondi, rappresentanti della secolare Confraternita di Cagnano, hanno sfidato le temperature tropicali ed accolto di buon grado l’invito della Pro Loco Astucci-Celle-Cagnano (con il testa il presidente Federico Smacchia ed il vicepresidente Andrea Baldicchi) e del parroco Don Giorgio Mariotti a ritrovarsi insieme nel giorno della celebrazione di San Vincenzo, per festeggiare come si faceva una volta e chiedere la grazia per l’agricoltura in sofferenza a causa del clima avverso.

Andrea Giogli (storico abitante del luogo) si è fatto promotore assieme a Sergio Bambagiotti (noto imprenditore, rappresentante nazionale delle associazioni di categoria del mondo agricolo e “contoterzista”) di coinvolgere tutti coloro che hanno a cuore le sorti, la tutela e la valorizzazione di uno dei borghi più suggestivi dell’Alta Valle del Tevere, che dai suoi oltre 500 metri sul livello del mare domina la valle umbra e toscana. Come da tradizione, dopo la S. Messa all’aperto celebrata nel piazzale dal don Giorgio Mariotti il programma è proseguito con la processione con la confraternita di Celle e la Banda musicale di Monte Santa Maria Tiberina.

Come avveniva una volta, è stata portata a spalla la bellissima statua di San Vincenzo ed a metà tragitto il parroco ha benedetto la campagna sottostante, in quanto come detto San Vincenzo è proprio Patrono degli agricoltori e dei muratori e come da tradizione in suo onore gli agricoltori ogni 3 maggio sistemano a bordo dei loro terreni una croce in legno quale richiesta di intercessione divina per il buon raccolto. “In questo tempo di cambiamenti climatici e difficoltà di varia natura per il settore dell’agricoltura in particolare ma non solo – ha dichiarato Don Giorgio Mariotti– la Sua intercessione davanti a Dio è indispensabile”. La bella giornata si è conclusa secondo tradizione con cena a base di prodotti tipici, racconti del passato e tanti aneddoti strappalacrime. “Una bellissima giornata, partecipata che ha unito credenti e non di diverse nazionalità – ha spiegato Sergio Bambagiotti – per ringraziare la Pro Loco, la Diocesi di Città di Castello, il vescovo, il Comune, Afor, Pubblica Assistenza Tifernate, la banda del Monte Santa Maria Tiberina, e tutti i soggetti privati che a vari livelli hanno consentito di celebrare questa una festa in onore del Santo, pregare anche per le sorti della nostra agricoltura, per il futuro di chi ci lavora con sacrificio e trascorrere qualche ora insieme a coloro che abitano nel borgo, come i tanti stranieri che l’amano e valorizzano. Una menzione particolare per Andrea Giogli, storico abitante del luogo che con passione ed entusiasmo da sempre guida in maniera perfetta l’organizzazione”.  

Il prof. Elvio Ciferri nel suo libro ”Storia di una terra antica” ha fatto conoscere la storia di questo borgo, il cui nome sembra derivare dal sacro fonte a Giove sul Monte Olimpio a Giove denominato “Agno”. Il volume spiega tra l’altro che Cagnano era una pieve ed aveva ben 11 chiese sotto di sé, con tanto di arciprete: la chiesa custodisce un bellissimo fonte battesimale del XVI secolo con stemma della famiglia Vitelli.

Commenti
Exit mobile version