Apprendiamo dalla variazione di Bilancio appena approvata, che il Comune avrebbe stanziato 40.000€ per la sola progettazione della demolizione dell’ex scuola Garibaldi. Apparentemente una buona notizia, ma solo per chi non ha memoria di quanto successo negli anni scorsi: chi ricorda che un anno fa, di fronte all’ennesima mia interrogazione , ci fu una frettolosa stretta di mano tra sindaco e presidente Corà che sanciva l’ assunzione dell’impegno immediato della Fondazione a “demolire la scuola nel giro di qualche mese e presentare un cronoprogramma della progettualità di realizzazione di piazza Burri”? Ci soccorrono, per fortuna, i giornali dell’epoca che diedero massimo risalto al gesto, titolando “Giornata storica: Piazza Burri diventa realtà. La Fondazione sosterrà l’onere della demolizione e della bonifica dell’area”.
Oggi invece scopriamo che era tutta una commediola estiva a favore di telecamere, perché i lavori di demolizione sono a carico delle casse comunali e con amarezza possiamo dire di aver avuto ragione, quando in Consiglio lo avevamo sottolineato.
Non solo. Il Sindaco in Consiglio afferma che la demolizione non poteva essere a carico della Fondazione perché agisce su una proprietà comunale. Diamo il ben svegliato al Sindaco, che se ne accorge solo oggi.
Del resto, la questione della proprietà del suolo, degli edifici esistenti e di quelli che vi sorgeranno sono alcune delle questioni non risolte che rendono l’accordo di programma, firmato in pompa magna nel giugno 2018, solo un’operazione di facciata: e infatti son passati più di 6 anni, senza che si sia mossa una foglia.
Ma c’è qualcosa di ancora più grave: già alcuni mesi fa in un’ intervista il Sindaco candidamente affermò che lui e la sua Giunta avrebbero “rinunciato a inserire la ex scuola Garibaldi nei bandi del PNRR” perché la Fondazione Burri, da lui direttamente sentita, avrebbe assicurato di voler tener fede all’Accordo del 2018 sulla piazza”. Quindi un’amministrazione pubblica avrebbe rinunciato ad elaborare Progetti e ad acquisire fondi, sulla base di impegni verbali di un privato che , ad oggi, nemmeno è in grado di tener fede all’impegno minimale della demolizione di un edificio?!
Fino a quando questa amministrazione pensa di prendere in giro i tifernati, con annunci roboanti privi di sostanza e con operazioni comunicative di facciata, usate come foglia di fico a coprire le proprie (e altrui) inefficienze?
Rinnovo dunque le domande che faccio da almeno sei anni: perché non si tirano fuori le carte del famoso progetto? Perchè non si è mai avviato un percorso partecipativo con la cittadinanza né un Concorso di idee per raccogliere le migliori proposte progettuali per il recupero di un’area che resta la più significativa porta di ingresso alla città?
Vogliamo capire cosa si celi dietro le fumose e sconcertanti parole del Sindaco: devono essere definitivamente chiarite le intenzioni di questa giunta sul destino della piazza che doveva costituire l’asse di un’azione di rilancio del centro storico e resta invece simbolo di inconcludenza ed ennesima incompiuta di Città di Castello.