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Sabato 7 settembre alla Pinacoteca Comunale di Città di Castello si terrà il vernissage dell’esposizione personale dell’artista Luciano Vetturini, in arte Nino Palazzo

Sabato 7 settembre alle ore 11 presso la Pinacoteca Comunale di Città di Castello si terrà il vernissage dell’esposizione personale dell’artista Luciano Vetturini, in arte Nino Palazzo.
La mostra, patrocinata dal Comune di Città di Castello, resterà poi aperta dall’8 al 22settembre (si allega invito).

Interverranno l’Assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello Michela Botteghi e Antonio Vella, Presidente della Associazione Culturale Tracciati Virtuali promotrice dell’iniziativa, Elvio Lunghi storico dell’arte e l’architetto Cristiano Baldinotti.

Il catalogo della mostra è stato realizzato dalla casa editrice tifernate LuoghInteriori.

Un legame con il disegno e la pittura, quello di Nino Palazzo (nome d’arte di Luciano Vetturini), coltivato sin da bambino. La prima discussione accesa su un colore da usare al posto di un altro indicato dalla Madre superiora, avviene durante la scuola d’infanzia nel suo paese. L’imposizione – da lui assolutamente rifiutata – gli costa la punizione nella rimessa buia del carbone.

Con l’accrescersi della sua conoscenza, Nino si lascia ispirare da tutti i maestri del Novecento, e poi del Rinascimento, nonché da tutti gli artisti contemporanei a lui affini. Inizia a dipingere in maniera più intensa dopo aver avuto una visione durante uno dei suoi viaggi, ammirando il Cenacolo dell’ultima cena a Gerusalemme. Poi lo ispira il forte, emozionante ricordo del pittore Ligabue. Proprio al museo nazionale di arti naïf di Luzzara, nel 1996 Nino conosce la direttrice Anna Maria Baioni, che lo incoraggia a partecipare al concorso organizzato ogni anno in paese. Dopo tre anni, organizza una mostra personale nelle sale del museo, da cui nasce il catalogo: Il Cassotto e la Chitarra. Segue nel 2002 un’altra personale dedicata alla vita dei lavoratori e il relativo catalogo Pastori di ghisa – favole quasi vere.

Nino ammira i grandi pittori americani come J. Sloan, C. Burchfield, R. Marsh, T. Benton, E. Hopper e, a partire dalle prime due personali, non interromperà mai la sua attività, spaziando anche nella ceramica e nella scrittura creativa. Sue opere si trovano in collezioni in Italia e all’estero. Hanno scritto e parlato di lui giornalisti e studiosi d’arte come: G. Zavarella, E. Lunghi, L. Lepri, A. Cioci, R. Segatori, F. Spaccini; nonché artisti e maestri come R. Ranieri, F. Balducci, F. Venanti. Hanno suonato per lui: A. Volpini, D. Mencarelli, G. Brufani, P. Ciambella, P. Scatena, M. Rubegni, G. Coscia.

Da sempre, Nino vuole solo condividere le sue emozioni e trasformare le proprie visioni, i propri sogni in qualcosa di materiale che prima non c’era e poi diventa reale.

«Tutto è fatto della stessa materia dei sogni»: un dipinto, una ceramica, una storia ben scritta perché – come direbbe Nino Palazzo e come sosteneva Fernando Pessoa – «non sono nessuno, non voglio essere nessun altro che me stesso, ed ho in me, tutti i sogni del mondo».

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