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Crisi Ast, costi energetici e gestione risorse idroelettrico, Thomas De Luca (M5S): “Per l’assessore Fioroni la firma dell’accordo di programma renderebbe l’acciaio non competitivo. La giunta Tesei è in confusione e in assenza di lucidità”

“Oggi in questione time l’assessore Fioroni ha dichiarato che l’accordo di programma con Ast non si può firmare finché non si risolve il tema dei costi energetici.  Una sciocchezza enorme che dimostra il vuoto pneumatico della politica di centrodestra”. Così in una nota il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca, che ha posto l’attenzione sulla grave crisi che sta colpendo l’Ast e sull’impatto del caro energia sulle industrie energivore umbre. In particolare, De Luca ha richiesto chiarimenti sulle misure urgenti che la giunta regionale intende adottare per dare seguito alle linee di azione proposte da Ast già nel 2022.

Nell’interrogazione De Luca ha citato il calo delle commesse di lavoro e la conseguente riduzione dell’attività produttiva, comunicata da Ast lo scorso 9 settembre, imputabile secondo l’azienda agli elevati costi di approvvigionamento dell’energia elettrica. Questo ha portato alla richiesta di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) per un massimo di 200 dipendenti dal 24 al 30 settembre. Un segnale allarmante che rischia di avere ripercussioni devastanti sull’intero territorio: “Lo stallo nell’accordo di programma dimostra – ha spiegato De Luca nell’interrogazione – che il costo dell’energia rappresenta un nodo fondamentale da risolvere per sbloccare gli investimenti pubblici legati al Pnrr. Stallo che si protrae da diverso tempo e rischia di mettere in crisi una serie di progetti cruciali per il futuro dell’economia regionale. Il ministro Urso ha ammesso che sul tema energetico non esistono soluzioni urgenti ricordando che il sussidio diretto non è possibile, se non per gli investimenti. Ma cosa facciamo oggi per evitare il tracollo delle nostre industrie?” ha domandato De Luca.

Durante il QT il consigliere del M5S ha messo nuovamente sul tavolo la proposta di cessione di energia proveniente dagli impianti di derivazione idroelettrica: “La quantità di energia che il concessionario deve fornire alla Regione annualmente, 55 Gwh, rappresenta il 5,3% del consumo energetico di Ast nel 2022″ ha spiegato De Luca, citando l’articolo 21 della Legge Regionale n.1 del 6 marzo 2023, che prevede l’obbligo di fornire energia elettrica alla Regione. De Luca ha poi chiesto chiarimenti sullo studio di fattibilità per la costituzione di una società mista pubblico-privata, ipotesi già proposta con la delibera dell’assemblea legislativa n. 296 del 28 febbraio 2023, che potrebbe includere Ast all’interno della compagine e permetterle di beneficiare di energia a costi ridotti”.

Nella sua risposta, l’assessore Fioroni non ha chiarito cosa intende fare la giunta regionale affermando che “il tema energetico si pone al di fuori dell’accordo di programma” e che la vera sfida è “produrre acciaio utilizzando fonti rinnovabili”. Lascia senza parole la risposta di Fioroni quando dichiara che “la presidente Tesei ha intrapreso azioni di moral suasion nei confronti di Enel affinché il tema Ast venga trattato come un caso unico, derogabile alle normali leggi di mercato”.

“Ciò che preoccupa maggiormente – ha replicato De Luca – è quando Fioroni afferma che l’accordo di programma non si può firmare finché non si risolve il tema dei costi energetici perché questi non renderebbero competitivo l’acciaio prodotto. Quindi cosa facciamo, aspettiamo il 2029? La situazione si trascina da troppo tempo e rischia di compromettere il futuro produttivo dell’intero polo siderurgico ternano. Secondo quanto risposto dall’assessore Fioroni, la Regione Umbria e lo Stato italiano dovrebbero sedersi al tavolo con un soggetto che nel 2029 dovrebbe partecipare, al pari di qualsiasi altro privato, alla gara per le concessioni dell’idroelettrico. Una sciocchezza enorme che dimostra il vuoto pneumatico della politica. Lo Stato italiano e la Regione Umbria non devono sedersi al tavolo con mani giunte e cappello in mano di fronte alle multinazionali. Ci sono strumenti legislativi concreti previsti dalle leggi regionali ed europee per mettere la Regione in posizione di governarce rispetto alle sue risorse naturali. Non chiediamo azioni di rottura, ma di far valere ciò che ci spetta. Il tempo degli annunci è finito, ora servono risposte chiare e azioni immediate” ha replicato De Luca.

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