Cavatori e cani “binomio” vincente da secoli nella ricerca del tartufo. Ai nastri di partenza della 44esima edizione del Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, dal 1 al 3 Novembre, la “carica” dei cani da tartufo: 1500 esemplari solo nel comune di Città di Castello sugli oltre 2500 dell’intero comprensorio altotiberino. Come razza prevalente spiccano i 750 “meticci” seguiti da 444 lagotti romagnoli, 90 springel spaniel, 62 cani da ferma tedesco ed “altri”. Anche i tartufai sono in continua crescita tanto che nel corso del 2024, Afor (Agenzia Forestale Regionale) ha rilasciato 61 nuovi tesserini. Tra gli aspiranti raccoglitori, con cane al guinzaglio, vanghino e bisaccia, ci sono sempre più giovanissimi di età compresa 16 – 25 anni: fra questi ci sono anche alcune ragazze.
Cavatori e cani “binomio” vincente da secoli nella ricerca del tartufo. Se c’è un posto unico in Italia dove si respira e si mangia tartufo tutto l’anno, nelle sue quattro varianti stagionali, dove nasce una trifola su tre che arriva sulle tavole di tutto il mondo grazie agli oltre 1.000 “cavatori” del territorio (di tutte le età con un crescente ingresso di donne) e ai quasi 3.000 cani campioni del fiuto, protagonisti straordinari di una tradizione plurisecolare, questo posto è senza dubbio Città di Castello ed il comprensorio altotiberino. Le statistiche lo confermano a suon di numeri record a partire dall’incidenza dei “cavatori” in possesso di regolare tesserino rispetto agli abitanti: Città di Castello si piazza al secondo posto dietro a Forlì. E la presenza dei tartufai è in continua crescita tanto che nel corso del 2024, Afor (Agenzia Forestale Regionale) ha rilasciato 61 nuovi tesserini. Tra gli aspiranti raccoglitori, con cane al guinzaglio, vanghino e bisaccia, ci sono sempre più giovanissimi di età compresa 16 – 25 anni: fra questi ci sono anche alcune ragazze che si sono avvicinate alla ricerca dei tartufi per vari motivi, forse perché il fidanzato , il padre o un amico è già possessore del tesserino o semplicemente per poter passeggiare e stare a contatto con la natura. La “carica” dei quasi tremila cani da tartufo, statistiche alla mano fornite dal Servizio Veterinario Pubblico di Sanità Animale della Usl Umbria1, fotografano la presenza di circa 1500 esemplari nel comune di Città di Castello sui 2500 dell’intero comprensorio altotiberino. Come razza prevalente spiccano i 750 “meticci” seguiti da 444 lagotti romagnoli, 90 springel spaniel, 62 cani da ferma tedesco a pelo corto, 43 cocker spaniel inglese, 28 pointer inglesi, 19 labrador retriever, un bracco italiano e 32 censiti nella categoria “altri”. Città di Castello è dunque di fatto, non solo in questi giorni che precedono il taglio del nastro della 44esima edizione del Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, (organizzata dal Comune, Ente Fiera con il supporto di Gal e Regione Umbria), dal 1 al 3 novembre, la capitale della “trifola”, della intera filiera che la caratterizza e dei cani da tartufo che arrivano, i più bravi con pedigree, a sfiorare cinquemila euro tanto è la loro abilità e fiuto fra boschi e colline a scovare le “pepite d’oro”, il pregiato tartufo bianco. Accanto agli aspiranti “tartufai”, quasi a volerli proteggere e coccolare, ci sono i veterani del “vanghino”, capitanati dal presidente dell’Associazione Tartufai Alto Tevere (fondata nel 1986), Andrea Canuti, 38 anni. dal 2009 in attività, dal segretario, Italo Bianchini e da tutto il consiglio che li affianca nella rinnovata sede presso il Parco di Rignaldello immersa nel verde del lago dei cigni. Canutitiene a precisare l’amore che lo lega a questi straordinari animali, ai suoi cani, “Mina”, “Lilly” e “Sissi”, come accade per tutti i tartufai: “il connubio fra conduttore-tartufaio ed il suo cane è fondamentale e si basa prima di tutto sull’amore e intesa perfetta che consente di raggiungere risultati straordinari. Questi animali sono dei veri e propri familiari aggiunti”, conclude Canuti, che proprio in questi giorni ha festeggiato in famiglia i 100 anni di nonna “Iolanda” Crocioni, cuoca sopraffina nel preparare piatti prelibati a base di “trifola”. Tanti racconti e storie belle di “colleghi” che fanno dormire il proprio cane sul divano del salotto buono di casa tanto gli vogliono bene. Anche per Valerio Giambi, 43 anni, allevatore di cani e tartufaio da sempre il rapporto con il proprio cane è davvero una ricchezza da preservare nel tempo come ha fatto tre anni fa l’Unesco dichiarandola “patrimonio dell’umanità”: “il rapporto con il cane è come quello con un figlio, non ci separiamo mai”, dice Giambi stringendo fra le braccia “Aron” già lo scorso anno simbolo del Salone. In onore dei cani e della loro bravura la novità di questa edizione, grazie alla collaborazione fra la Mostra del Fumetto ed il Salone è rappresentata da “Bianco”, il simpatico “lagotto” mascotte della rassegna, originale idea della matita del celebre artista-vignettista tifernate, Alessandro Bacchetta. L’illustrazione è stata commissionata da Tiferno Comics, nell’ottica della collaborazione col Salone Nazionale Tartufo Bianco Pregiato. “Ho realizzato – puntualizza Bacchetta – il disegno con iPad e Procreate, che consentono un feeling simile a quello delle tecniche tradizionali, unito ai vantaggi abituali della lavorazione digitale, quindi la possibilità di modificare e alterare velocemente l’immagine, che in questi casi è fondamentale.” E poi ancora il 3° “Memorial Alessandro Ghigi”, la gara dei cani da ricerca e della cava del tartufo (con i migliori quadrupedi di ogni razza e taglia) che si terrà, domenica 3 novembre, nel ring presso i Giardini del Cassero, con la regia dei cavatori dell’Associazione Tartufai Alto Tevere, che sarà preceduta, giovedi 31 ottobre, la mattina, da una vera e propria caccia al “tesoro” presso il parco del lago dei Cigni a Rignaldello che vedrà protagonisti oltre 90 fra bambini e bambini delle scuole primarie assieme ai loro insegnanti e ai tartufai con i cani al seguito. Una bella lezione di storia, tradizione e amore per gli animali. “Il nostro tartufo bianco e gli altri prodotti del bosco non temono confronti – sentenziano l’assessore al Commercio e Turismo del comune di Città di Castello ed il Presidente dell’Ente Fiera Nazionale Bianco Pregiato, Lazzaro Bogliari – che sottolineano anche l’aspetto “legato alla promozione e valorizzazione culturale, artistica e ambientale del comprensorio e dell’Umbria.” “I tartufai e i loro straordinari cani, razze impareggiabili – concludono – sono i veri protagonisti assieme agli altri soggetti della filiera di questo importante settore agro-alimentare che contribuisce ad elevare immagine e promozione del nostro territorio anche attraverso un’attività, quella del tartufaio, propria della nostra storia e delle nostre tradizioni”. Per tutte le informazioni sul Salone del Tartufo Bianco Pregiato è possibile consultare il sito web della manifestazione (https://biancopregiato.it/), i portali istituzionali del Comune di Città di Castello (https://www.comune.cittadicastello.pg.it/) e di Città di Castello Turismo (https://www.cittadicastelloturismo.it/), insieme ai canali social collegati all’evento, ufficio turismo, tel. 075- 8529254 – 8554922.