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Arcaleni: “Chiusura piscina interna: urge un progetto alternativo per non interrompere il servizio”

Arcaleni “Manca la valorizzazione degli impianti: non si comprende come ancora non si sia pensato e realizzato il progetto di copertura della piscina esterna da 50 m”

La risposta estremamente incerta  dell’assessore allo Sport alla mia interrogazione sulla chiusura della piscina interna del complesso natatorio tifernate, lascia presagire che effettivamente dal 19 gennaio 2025 gli sportivi e soprattutto i bambini e i ragazzi di Città di Castello non avranno modo di continuare a nuotare.

Se è vero com’è vero che i lavori erano e restano urgenti, ma che il progetto esecutivo non è ancora stato definito completamente, il maggior tempo a disposizione doveva permettere di costruire proposte alternative, avendone avuto la volontà e la visione. Ma di fatto l’assessore Carletti, rispondendomi che “non ci sono progetti alternativi”, ha lasciato senza prospettive le centinaia persone in vasca a settimana, gli  850 gli iscritti a quadrimestre della scuola di nuoto Polisport e i circa 500 studenti delle scuole superiori, nonchè gli oltre 130 nuotatori delle associazioni di volontariato sociale che svolgono attività terapeutiche ( dati Polisport).

Noi pensiamo al contrario che le soluzioni vadano costruite, che la politica debba agire per affrontare i problemi pensando non alle rendite di posizione, ma ai bisogni dei cittadini.

Invitiamo ancora una volta l’amministrazione tifernate e Polisport a prendere una doverosa iniziativa nei confronti dei gestori degli impianti insediati nei comuni limitrofi, a Umbertide e nel Centro CONI a S.Giustino, per un progetto di collaborazione. Stiamo rischiando che  bambini e  ragazzi, pur amando il nuoto, da gennaio tornino alla vita sedentaria per mancanza di prospettive. 

Occorre la volontà di perseguire soluzioni poi non così complesse: accordi per spazi natatori a tariffe agevolate negli altri impianti, organizzazione di un servizio di trasporto per le famiglie e gli utenti fragili, con una compartecipazione alle spese da parte del Comune.

Riscontriamo una mancanza di visione e di iniziativa che anche in passato non ha permesso la giusta valorizzazione degli impianti e un aumento della qualità dei servizi sportivi: non si comprende come ancora non si sia pensato e realizzato il progetto di copertura, magari telescopica, della piscina esterna da 50 m, che avrebbe reso l’impianto natatorio tifernate unico punto di riferimento in tutto il centro Italia e che oggi permetterebbe al nostro Comune di essere pressochè autosufficiente. 

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