Hanno superato ogni previsione le persone che ieri Sabato 28 dicembre 2024 hanno voluto vedere dopo quasi mezzo millennio la Pala di Santa Cecilia di Luca Signorelli e bottega come la videro i contemporanei dell’ artista quando nel 1516 la realizzò per il chiesa omonima. Un afflusso incredibile per un restauro che ha accompagnato e scandito il 2024 culturale e messo al centro la Pinacoteca museo summa dell’identità artistica tifernate, dove Rinascimento e contemporaneità convivono.
Ma come nasce la nuova attribuzione? Ce lo spiega il prof. Tom Henry: “Esistono molti modi di celebrare un artista e solitamente i restauri oltre alle mostre sono gli strumenti migliori. Questo intervento permette di valorizzare non solo la Pala di Santa Cecilia, ma anche di ridare la giusta attenzione alla tarda attività di Luca Signorelli, che si rivela cruciale per capirne veramente il percorso e la storia. E il lavoro di Signorelli a Città di Castello riveste un ruolo di primaria importanza, anche per la formazione del giovane Raffaello”. Il restauro integrale della Pala di Santa Cecilia che va ad aggiungersi ad altre opere del “maestro” custodite nello splendido Palazzo Vitelli alla Cannoniera rivela la mano prevalente di Luca Signorelli.
L’intervento, che ha messo in luce l’attribuzione è statofinanziato da “eCampus” Università tramite Art Bonus. Fu destinata al Louvre, per volere del primo direttore Vivant Denon, uomo di fiducia di Napoleone, e solo le sue dimensioni (due metri per tre) ne impedirono la partenza. La predella fu invece ritrovata nel 1945 fra i capolavori destinatial museo immaginario di Hitler.
Abbiamo avuto l’onore di restituire ai contemporanei un’opera di pregiatissima fattura – hanno sottolineato Luca Secondi, sindaco di Città di Castello, e Michela Botteghi, assessore alla Cultura – imponente per tecnica e per dimensioni, in cui lo stile e la maestria di Signorelli sono apprezzabili sia nell’insieme che in particolari di rara bellezza. Erano secoli che la pala di Santa Cecilia aveva perso il suo aspetto originale. Oggi possiamo vederla come appariva ai nostri concittadini del Cinquecento: un privilegio che non accade spesso e per il quale ringraziamo l’Università E Campus, che ha finanziato il progetto di restauro. Città di Castello è una città che nel corso del tempo deve molto al mecenatismo grazie al quale ospitiamo nei nostri musei opere di Signorelli e Raffaello, De Chirico, Pistoletto.
È importante che questo proficuo rapporto tra pubblico e privato per la valorizzazione dei beni culturali continui anche in futuro. Per oltre un anno tante persone hanno lavorato quasi quotidianamente per il recupero della Pala di Santa Cecilia: ringraziamo Tom Henry che ha visto l’impronta di Signorelli nascosta dietro i segni del tempo, la Soprintendenza Archeologia, Beni culturali e Paesaggio, che ha seguito il restauro in modo continuativo, e il restauratore Paolo Pettinari. Il cantiere del restauro allestito in Pinacoteca – hanno concluso sindaco ed assessore- ha consentito di seguire in tempo reale il difficile e delicato processo di disvelamento, attraverso i complessi atti critici che hanno permesso di riportare la pala al suo splendore originario e di condividere il percorso con i visitatori, le scuole e la cittadinanza”.
Info www.rimaltotevere.it, FB e IN, www.comune.cittadicastello.pg.it. Pinacoteca Comunale,Via della Cannoniera – Tel. 075 8520656 – 075 8554202 fax 075 8527574 cultura@ilpoliedro.org – Orari: Dal 1° aprile al 31 ottobre: 10 -13 / 14.30 -18.30 Dal 1° novembre al 31 marzo: 10 -13 / 15 – 18 Chiuso: lunedì, salvo festivi e prefestivi