Dalla camera oscura al “digitale”. L’ultimo scatto ad una cerimonia di battesimo a cavallo fra il vecchio e il nuovo anno dopo 60 anni di brillante carriera. Francesco Bucchi per tutti “Franco” il fotografo di Trestina ha appeso al chiodo la macchina fotografica che lo ha accompagnato in bianco e nero e a colori per tutta la vita. Ha tirato giù per l’ultima volta la saracinesca del suo laboratorio-studio a Trestina.
“Classe 1948”, Franco nasce da una famiglia semplice come tante altre con una vita non sempre facile che lo porta a lavorare da giovanissimo. A 14 anni inizia già a muovere i primi passi come fotografo con Enza: quella poi diventerà la sua professione a vita. Con il suo primo motorino percorre 15 chilometri per il primo servizio fotografico. “Ogni volta che percorro ancora quella strada – racconta Franco- ricordo che all’uscita della chiesa aveva nevicato e mi trovai costretto a lasciare li il mezzo viste le condizioni meteo e chiedere aiuto ad un passante per un passaggio fino a casa.” Il lavoro inizia a piacergli e una volta che Enza va in pensione rileva il negozio.
Nel 1971 si sposa con Rita e dal loro matrimonio nascono due figlie, Vanessa e Gloria. Una vita dedicata alla famiglia e al lavoro con tante soddisfazioni in ambito lavorativo e non. Il lavoro del negozio lo impegna tutta la settimana ma in special modo nel week-end arrivando a fare anche 4 matrimoni al giorno ma tutto questo non gli impedisce di dedicarsi alla vita sociale e sportiva, tantochè è stato per moltissimi anni dirigente dello Sporting Club Trestina da quando era presidente il dottor Corsi, fino all’era Bambini. Ora nonostante non sia più nella società è comunque il primo tifoso e sostenitore della squadra bianconera del paese.
“Eravamo ancora bambine – precisano le figlie – ma ricordiamo benissimo quando si chiudeva nella camera oscura per sviluppare le foto(ancora in bianco e nero)e da un semplice foglio di carta bianco immerso in un liquido riusciva a far apparire un’immagine e poi per farle asciugare le stendeva con delle mollette come si fa con il bucato oppure le faceva passare in un rullo caldissimo per diverse volte. Era tutto così strano visto con gli occhi di bambine ma allo stesso tempo affascinante e magico!”
La camera oscura ha lasciato spazio al colore e i rullini che portavano i clienti li spediva in buste a ditte specializzate che dopo qualche giorno riportavano le foto stampate. Nonostante questa lunga tradizione si è dovuto adattare ai giorni nostri quando la carta ha lasciato il posto al digitale… tutto un altro mondo dove Franco ha fatto un po di fatica ad accettare la nuova tecnica ma riuscendo anche in questo per la grande passione che ha per il suo lavoro. “E’ già da anni che lo sentiamo dire a fine anno chiudo e mi godo la pensione – concludono le figlie – ma puntualmente ogni anno tutto questo non accade perché per lui non e mai quello giusto”. Quest’anno invece Franco si è deciso e con il groppo in gola ed il sorriso ha messo il dito sul suo ultimo “click”.
Con la chiusura del negozio va in archivio un pezzo di storia e di una professione antica che speriamo non rimanga solo un ricordo. Il sindaco Luca Secondi e la giunta hanno espresso profonda gratitudine a Franco “il fotografo di Trestina” per “il suo esempio di laboriosità, amore per la famiglia, la professione e senso di appartenenza alla comunità locale, alla sua gente e alle tradizioni. Grazie Franco”