Come ogni gennaio si sprecano i bilanci e gli assessori non si sottraggono. In questi giorni l’assessore Carletti sciorina encomi e lusinghe a sé e al proprio assessorato, che sarebbe il protagonista dei risultati entusiasmanti di Città di Castello “ città che ha consolidato anche nel 2024 un primato inedito di una comunità appassionata di sport con 14mila praticanti impegnati a livello agonistico o amatoriale in una delle circa 40 discipline fruibili nel territorio attraverso oltre 100 società. 266.599 presenze di utenti, per 29mila 280 ore, con 6.176 giorni complessivi di apertura”.
A parte le iperboli dei numeri e le mancate risposte sull’incerto destino natatorio dei tifernati, con la piscina che chiuderà per molti mesi, cosa su cui l’assessore dimentica di dare risposte, ci chiediamo come una città con tali dati si lasci sfuggire l’istituzione di un corso di Liceo Sportivo presso l’istituto cittadino, che già annovera tre corsi, uno classico e due dello scientifico, senza aver mai chiesto l’istituzione di un corso di Liceo Sportivo, che ovviamente offrirebbe a tutta una serie di giovani la possibilità di mantenere il proprio interesse e pratica sportiva intensa, unitamente all’acquisizione di un titolo di studio liceale. Vale la pena ricordare che con l’ultima delibera di giunta regionale tale corso è stato autorizzato, per il prossimo anno scolastico, presso il Campus Da Vinci di Umbertide, che lo ha chiesto ripetutamente negli anni, sancendo così l’impossibilità di vederne uno anche a Città di Castello.
Quale scarsa visione di politica scolastica, ma anche complessivamente intesa, sta qualificando questa amministrazione, se il Sindaco si è premurato di scrivere una lettera di fuoco contro tale decisione dove contesta “che l’Ambito n.1 abbia un tessuto particolarmente orientato ad attività sportive in termini di Atleti di Alto Livello ma soprattutto aziende o comunque attività lavorative orientate allo sport”? Il tutto, condito da toni del tutto inadeguati ad un confronto istituzionale e non trovando di meglio che attaccare le competenze dell’assessore, squalificando con parole pesanti i risultati del Campus Da Vinci e omaggiando il Liceo Plinio, che però non risulta aver presentato quest’anno alcuna nuova richiesta di indirizzo , né linguistico nè musicale, nè , appunto, sportivo.
Troviamo questo attacco alla Presidente Proietti e all’assessore alla scuola quantomeno fuori luogo, dopo che coraggiosamente e per la prima volta assistiamo ad un atto di Giunta regionale che non taglia, ma salvaguarda il numero di Dirigenze scolastiche umbre contro i voleri del Ministero. A cosa puntano certi toni minacciosi che promettono azioni legali se non si otterrrà una modifica delle decisioni: il Comune verrà trascinato in un contenzioso legale, in una materia di cui non è titolare?A parte le palesi incongruenze, quello che serve non è arroganza ma capacità di confronto, per andare ad un dialogo con i decisori regionali per chiedere garanzie di tutela per il Liceo Plinio, che oggi presenta poco più di 500 alunni e, soprattutto, per implementare l’offerta formativa chiedendo l’istituzione di nuovi corsi. Altrimenti, come lo si vuole rilanciare, per rafforzare e non disperdere un patrimonio storico e culturale della nostra città?