I “comunicatori” che operano nei territori delle diocesi di Gubbio e Città di Castello hanno celebrato a Umbertide la figura di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori dei media. Nel pomeriggio di sabato scorso, primo febbraio, l’iniziativa è stata soprattutto l’occasione per parlare del recente Giubileo della comunicazione, che si è svolto in Vaticano, e del messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (Gmcs), che quest’anno si celebra il primo giugno prossimo.
Il vescovo delle Chiese eugubina e tifernate, mons. Luciano Paolucci Bedini, ha rilanciato l’appello di Papa Francesco ai giornalisti, laddove sottolinea l’importanza del ruolo di chi opera nei media in un’epoca segnata da disinformazione e polarizzazione. Il tema scelto per la Gmcs 2025 – “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”, tratto dalla Prima Lettera di Pietro – è una guida etica e spirituale per chi opera nel mondo della comunicazione.
Sabato scorso, l’appuntamento interdiocesano a Umbertide è iniziato con la santa messa, celebrata dal vescovo Luciano nella chiesa giubilare della Collegiata di Santa Maria della Reggia, grazie alla disponibilità e collaborazione del parroco, don Pietro Vispi. Poi, mons. Paolucci Bedini ha dialogato con i giornalisti presenti proprio sul messaggio del Santo Padre per la Gmcs. Uno scambio di idee con i partecipanti che ha messo in evidenza l’importanza della comunicazione come strumento per diffondere buone notizie e costruire legami di fiducia e speranza.
“Troppo spesso la comunicazione usa la parola come una lama”, denuncia infatti Papa Francesco, puntando il dito contro la manipolazione delle informazioni e le guerre verbali sui social media. Il Santo Padre mette in guardia dai rischi legati ai sistemi digitali, che “modificano la nostra percezione della realtà” attraverso la “dispersione programmata dell’attenzione”. Questo fenomeno, osserva, mina la capacità di lavorare insieme per il bene comune e rende l’altro un nemico. “Non possiamo arrenderci a questa logica”, sottolinea il Pontefice, ribadendo che la speranza è una virtù capace di trasformare la realtà.
Il Papa invita i giornalisti a essere “cercatori di speranza”, a scoprire e raccontare le storie di bene nascoste nelle pieghe della cronaca. “È bello trovare queste scintille di bene e farle conoscere. Aiuta il mondo a essere meno sordo al grido degli ultimi”.
L’incontro dei “comunicatori” dell’Alta Umbria a Umbertide è stato anche l’occasione per fare il punto sul momento attuale di una professione e, per alcuni, una passione – quella per il giornalismo – che si trova continuamente di fronte a rapidi cambiamenti e innovazioni, sia nelle modalità sempre nuove di racconto e narrazione, sia per questioni editoriali ed economiche dell’organizzazione del lavoro. In questo contesto, hanno commentato i giornalisti presenti, è necessario stare al passo con le novità sempre più incalzanti, coltivando talenti e formando competenze, senza però mettere da parte tutta la dimensione umana della professione, affiancata ormai da complesse innovazioni come quelle introdotte dall’intelligenza artificiale.
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